Novanta manifestazioni: sono partiti tutti i cortei della Rete degli studenti medi e dell'Unione degli universitari contro la riforma della scuola e contro il Jobs Act. "Dai territori arrivano cifre alte di partecipazione, che non smettono di aumentare. Sono previsti picchi di partecipazione soprattutto nei momenti conclusivi. Il nostro percorso mobilitativo ha previsto nei territori dei momenti conclusivi di aggregazione, discussione e rivalutazione degli spazi pubblici: da parchi verdi caduti nel degrado, ai monumenti, alle nostre stesse scuole". E' quanto afferma un comunicato dell'Udu.

“Il premier - dichiara Gianluca Sccimarra, coordinatore dell’Unione degli Universitari - non può usare la condizione giovanile come uno slogan fine a se stesso. E’ ora che la politica si prenda le sue responsabilità dando risposte reali ad una generazione precaria privata del proprio futuro. La stessa generazione che oggi è in tutte le piazze per dire che è la 'Grande Bellezza' di questo Paese e che ha fame di diritti e cambiamento".

"Gli studenti si stanno riprendendo una fetta importante di protagonismo, tolta loro dai governi che si sono successi nel corso degli ultimi anni". Così Alberto Irone, portavoce nazionale Rete degli Studenti Medi. "Un protagonismo - prosegue - che passa per una discussione completa su chi è lo studente oggi e quale sia la sua condizione materiale ed esistenziale, dalla mancanza di lavoro all'estensione della precarietà. Chiediamo diritti e tutele, a partire dalla legge quadro nazionale sul diritto allo studio" conclude Irone.