“Chiediamo al presidente della Regione: ritiene che il confronto con le organizzazioni sindacali sia un valore per tenere assieme sviluppo equità e coesione sociale, oppure un fastidioso orpello del passato? Sia chiaro che per quel che siamo e per chi rappresentiamo nella nostra regione non assisteremo inerti a tale negativa scelta e se necessario saremo pronti a mobilitazioni”. Si rivolgono direttamente a Enrico Rossi, Cgil, Cisl e Uil della Toscana, dopo la riunione delle segreterie regionali, al termine della quale viene condivisa una rinnovata “tensione unitaria”. “Solo l'unità sindacale – spiegano i confederali –, e quindi dei lavoratori e delle lavoratrici, riuscirà a imporre alla politica scelte che guardino al mondo del lavoro”.

Tensione unitaria che parte sì da temi nazionali (la condivisione del ruolo positivo del sindacato per la tenuta del Paese, a fronte di insopportabili campagne denigratorie, la condanna dei tagli ai patronati, la battaglia per il rinnovo del contratto del comparto pubblico e l'importanza della manifestazione del 28 novembre dei lavoratori a Roma, i temi del fisco, della lotta all'evasione e delle politiche per il Mezzogiorno, nonché un rilancio del Testo unico su rappresentanza e rappresentatività), ma che si configura anche in Toscana: “Vogliamo irrobustire questa tensione unitaria a livello regionale, iniziando con l’assemblea generale dei delegati al Nelson Mandela forum a Firenze, il 17 dicembre sulla previdenza, e proseguiremo con una campagna di assemblee nei luoghi di lavoro e nel territorio, coinvolgendo cittadini, lavoratori e pensionati, per avere risposte celeri e positive alle nostre richieste, in tema di welfare, sviluppo, lavoro e sanità”, rilevano le tre sigle.

Proprio sul fronte della sanità, Cgil, Cisl e Uil Toscana esprimono “concordemente una valutazione negativa sulle modalità con cui si sta procedendo alla modifica del sistema socio-sanitario della nostra regione: mancano del tutto momenti di confronto strutturato e istituzionale, nei quali far valere le nostre idee e le nostre ragioni, previsti dalle stesse norme regionali attualmente vigenti”.