“Basterebbero i dati relativi all'attività che la Dia ha svolto nell'arco di tempo che va dal 1992 al 2010, durante il quale sono stati sequestrati ai mafiosi beni per un valore di oltre 20 miliardi, per farci capire l'importanza di questo organismo che opera nell'ambito del dipartimento di pubblica sicurezza”. Lo afferma Luciano Silvestri, responsabile del dipartimento Legalità e sicurezza della Cgil nazionale.

La Dia – ricorda Silvestri – nacque per l'intuizione e il volere di Giovanni Falcone, che vedeva un collegamento forte e organico con la Direzione nazionale antimafia. Purtroppo, quel disegno non è mai andato a compimento. C'è stata una volontà politica che non solo lo ha impedito, ma ha operato per ridimensionare, con i tagli pesanti e ingiustificati alle forze dell'ordine, con leggi come l'abolizione del falso in bilancio, sulla limitazione delle intercettazioni telefoniche, sulla prescrizione breve, con la mancata indicazione di reati come la corruzione, per un ridimensionamento dell'azione di contrasto alla mafia”.

“Eppure – continua Silvestri –, gli affari della mafia in Italia valgono oltre 130 miliardi all'anno, con 70 miliardi di utili e la corruzione ha un costo di 60 miliardi. Per tutto questo, la Cgil pensa che sia urgente riaprire questo capitolo e operare per un rilancio della Dia al fine di completare quel disegno che stava all'origine della sua nascita”.