“Il taglio del 20% dei contributi ai teatri, previsto dalla Finanziaria bis, è l’ennesima mazzata che si abbatte su queste istituzioni culturali, che, nel silenzio generale, hanno subito negli ultimi anni il dimezzamento delle risorse”: lo affermano Ferruccio Donato, della segreteria regionale Cgil Sicilia, e Marcello Cardella, segretario generale della Slc . I due esponenti della Cgil hanno preso parte oggi all’attivo sindacale regionale unitario dei delegati della produzione culturale e avanzato alcune proposte, partendo dal presupposto che “la fine dei teatri è la fine di un’identità culturale”. “Serve un piano triennale con finanziamenti certi, con certezza anche dei tempi di erogazione,- hanno sottolineato- per consentire una programmazione di stagioni all’altezza del nome dei enti. Ma occorre anche ottimizzare le risorse umane con scambi di maestranze tecniche e artistiche tra i teatri, coinvolgendo al massimo quelle professionalità precarie indispensabili alle produzioni”.

Cgil e Slc chiedono anche un tetto ai compensi di direttori e artisti “come avviene in Europa”; che vengano messe in circuito le produzioni dei nostri teatri e promossi accordi con tour operator e compagnie aeree e crocieristiche per prevedere un’offerta nei pacchetti anche di rappresentazioni teatrali. La proposta della Cgil include la possibilità che i privati usufruiscano degli spazi nei periodi di vuoto con, in via preliminare, un censimento delle strutture e la definizione di regole per la loro fruizione. I teatri antichi (Taormina, Tindari, Suracusa), secondo la Cgil devono essere utilizzati in modo intensivo con spettacoli di tutti i tipi. E ancora, dal sindacato la richiesta di un regolamento per organizzare la premialità del Fores, fondo per lo spettacolo regionale.