Nuovi tagli sono previsti nel prossimo anno scolastico 2014-15. La riduzione è mantenuta in vita, malgrado la Consulta, con sentenza 147/2012, abbia espresso parere contrario, in particolare a soppressioni e accorpamenti di istituti scolastici autonomi. In assenza di un accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni, valgono ancora i parametri stabiliti dal Dpr 233/98 (scuole da 500 a 900 alunni, con deroghe a 400 su territorio per un terzo montano, 300 per territorio montano e piccole isole) e non quelli culminati nella legge Tremonti-Gelmini 111/2011, che ha fissato l'obbligo di accorpamento in istituti comprensivi di scuole d'infanzia, primaria e medie con meno di mille alunni. La denuncia proviene dall'Anief–Confedir: "La nostra battaglia legale contro la soppressione illegittima di migliaia di scuole non si ferma, difenderemo sino all’ultimo i diritti dei lavoratori, degli studenti e delle famiglie danneggiate. Soprattutto in Sicilia e Sardegna, dove malgrado l’alto numero di alunni 'dispersi' il dimensionamento è stato più severo. Già diversi Tar e il Consiglio di Stato hanno dato ragione al sindacato".

Il prossimo anno scolastico si aprirà, dunque, con 8.094 presidi, circa 2.100 in meno rispetto al 2011/12, quando erano 10.211: il dato ufficiale è contenuto nel decreto del Miur, contenente il contingente dei dirigenti scolastici assegnati ad altrettante scuole autonome dal prossimo 1° settembre. Il sensibile decremento di istituzioni scolastiche si deve alla lunga serie di cancellazioni e accorpamenti introdotti nell’ultimo triennio, ma soprattutto alla '111/2011', che ha introdotto parametri minimi di iscritti spiccatamente più elevati rispetto al passato. Con il risultato di produrre una lunga serie di sparizioni e fusioni di istituti, che hanno ridotto drasticamente la qualità dell’offerta formativa italiana.

Marcello Pacifico (Anief) ricorda che "è particolarmente grave che questo processo non solo non si sia arrestato, ma che non fossero state ripristinate le sedi scolastiche autonome illegittimamente tagliate o accorpate: nel frattempo, infatti, la Corte Costituzionale, attraverso la sentenza 147/2012, ha ritenuto 'costituzionalmente illegittimo' l'articolo 19, comma 4, del decreto legge 98/ 2011, poi legge 111/2011, proprio nella parte che fissava l'obbligo di accorpamento in istituti comprensivi delle scuole dell'infanzia, elementari e medie che per acquisire l'autonomia sarebbero dovuti 'essere costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche'.

Un concetto ribadito dal Consiglio di Stato, con la sentenza 2032/2012, che ha chiesto al Miur anche appositi decreti per motivare la ripartizione squilibrata, sistematicamente a danno del Meridione, degli organici dei docenti riguardanti gli ultimi tre anni: uno studio dell’Anief ha evidenziato che in tredici anni si è passati dal rapporto 1 a 5 al rapporto 1 a 7 tra sedi direzionali e plessi decentrati o istituti accorpati. Con il 66,5% dei tagli delle scuole autonome che è avvenuto al Sud-Isole, proprio dove è più alto il tasso di abbandono dei banchi. In particolare, in Sicilia e Sardegna sono state tagliate due scuole autonome su tre, nonostante gli alti e allarmanti numeri sulla dispersione scolastica riscontrati proprio nelle due isole maggiori.