“Il governo ha sospeso per due settimane il tavolo per trovare le risorse che ancora non ci sono. Questo fa capire che è difficile fare una trattativa per arrivare a un accordo su una riforma senza sapere il finanziamento economico che va stanziato per mettere a punto quella stessa riforma”. In un’intervista al Riformista Vincenzo Scudiere spiega i nodi del negoziato sulla riforma del mercato del lavoro. E sottolinea: “Non è tempo di accordi separati e di spaccature. Dobbiamo essere coerenti con gli obiettivi che ci siamo prefissati. Noi sindacati, tutti insieme, dobbiamo tutelare i lavoratori”.

Di ritorno dalla Sardegna che ieri ha scioperato contro la crisi devastante dell’isola, il segretario confederale della Cgil ammonisce: “Regna molta preoccupazione tra i lavoratori su una riforma che invece di migliorare la loro posizione potrebbe peggiorarla. Noi vogliamo fare un accordo che punta a migliorare le situazioni in essere. La Fornero ha detto che la riforma degli ammortizzatori partirà nel 20 15 invece che nel 2017: è un passo indietro. Così si crea allarmismo sociale. Non possiamo ripetere ciò che si è fatto con le pensioni”. Il riferimento è agli esodati, “ma anche a quei lavoratori che sono usciti dal mercato dopo accordi sindacali. La somma di tutti è di circa duecentomila persone. La preoccupazione dei lavoratori è questa: se si accorciano i tempi non ci sarà più la mobilità, si passerà direttamente alla disoccupazione con durata limitata a qualche mese". "Il problema in questa discussione – conclude Scudiere – è anche un altro: pur facendo la riforma non si risolvono i problemi della crisi economica”.