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CATANIA - Un corteo agguerrito ma pacifico, accompagnato dai sindaci dei comuni di Paternó, Adrano e Randazzo e dai sindacalisti di Cgil e Slc Cgil, e Fistel Cisl di Catania. I 600 operatori del call center Qè di Paternò, a rischio di licenziamento e a tutt'oggi in sciopero a oltranza, hanno marciato a suon di slogan e fischietti stamattina (23 settembre) per le vie del centro cittadino; da piazza Roma lungo una parte di via Etnea sino a raggiungere il Palazzo dell'Esa, per fare conoscere il loro caso all'opinione pubblica: licenziati "dalla sera alla mattina" senza neanche ricevere gli stipendi arretrati, dopo 8 anni di lavoro.
Al termine della manifestazione, una delegazione di lavoratori e sindacalisti è stata ricevuta da Giuseppe Caudo, dell'Ufficio di Gabinetto della presidenza della Regione. “Abbiamo chiesto che la Regione si faccia carico di parlare con i committenti di Qè, Sky, Wind, Enel ed Inps, perché in questi giorni di volumi di traffico indeboliti si sforzino di capire le ragioni dei lavoratori – spiegano i segretari di Slc Cgil e Fistel Cisl di Catania, Davide Foti e Antonio D'Amico –. Inoltre abbiamo chiesto un incontro al ministero dello Sviluppo economico: crediamo che questa protesta stia creando le condizioni per aprire il caso e trovare nuove soluzioni”.
Intanto Slc e Fistel sono pronti per l'iniziativa già fissata per mercoledì a Roma con Cesare Damiano, presidente della Commissione lavoro alla Camera (un appuntamento sollecitato dalla deputata Pd, Luisa Albanella), e per l'incontro di venerdì presso la Regione Sicilia con l'assessore Mariella Lo Bello. Oltre ai deputati Luisa Albanella, Giovanni Burtone e Concetta Raia del Pd e al senatore Salvo Torrisi, alla manifestazione era presente anche l'assessore comunale Angelo Villari che ha comunicato la decisione del sindaco Enzo Bianco di indire subito un incontro sul caso Qè.