I lavoratori della Sardegna incroceranno le braccia venerdì 11 novembre in occasione dello sciopero generale proclamato da Cgil, Cisl e Uil regionali, per chiedere, come riferiscono i sindacati, in primo luogo alla Giunta regionale, una forte discontinuità nelle politiche del lavoro, dello sviluppo e delle riforme istituzionali. Lo si apprende in un comunicato pubblicato sul sito della Cgil nazionale.

“Di fronte alla crisi economica e sociale dell’isola, con un aumento vertiginoso dei disoccupati, degli inoccupati e dei precari, all’impoverimento complessivo delle comunità e delle famiglie, la decisione del sindacato vuole contrastare il silenzio colpevole di chi fa pagare ai lavoratori e ai pensionati il costo della crisi, mentre nessun sacrificio viene da chi possiede ingenti patrimoni e da chi non riesce, né vuole intaccare i costi della politica, e riformare le istituzioni per garantire maggiore efficienza ed efficacia attuativa e di governo”. È quanto si legge in una nota dei segretari generali Cgil, Cisl e Uil Sardegna, Enzo Costa, Mario Medde e Francesca Ticca.

“Una grande manifestazione del popolo sardo - proseguono i tre dirigenti sindacali - per dire basta ai ritardi e all’inefficienza della Regione e dello stesso governo nazionale che non è ancora riuscito a convocare un confronto per il riconoscimento dello status di insularità e per rilanciare le attività produttive e il lavoro nell’Isola. Uno sciopero generale per chiedere alla politica sarda, e in primo luogo alla Giunta regionale, una forte discontinuità nelle politiche del lavoro, dello sviluppo e delle riforme istituzionali a fronte di una stasi che rende ancora più difficile l’impatto con la crisi internazionale e complicate le soluzioni ai problemi della crescita economica e sociale della Sardegna. È il momento di ricorrere a una forte e diffusa mobilitazione per chiedere una svolta alla politica sarda e per ridare forza, ruolo e credibilità alla massima istituzione regionale nei confronti dello Stato e dell’Unione europea”.

“Nei prossimi giorni Cgil, Cisl, Uil - concludono Costa, Medde e Ticca - attiveranno incontri con le associazioni degli enti locali e con tutte le altre organizzazioni di settore, del volontariato e della cultura, per costruire insieme un’iniziativa che deve realmente rappresentare nel numero e nei contenuti delle proposte l’intero popolo sardo”.