Sanità, non se ne può più!”, il messaggio inviato dai pensionati pugliesi al governo regionale e a quello nazionale è netto. Questo pomeriggio, 5 luglio, si è svolta, in piazza Piazza San Ferdinando a Bari, una grande manifestazione regionale organizzata dai sindacati dei pensionati SPI Cgil, FNP Cisl e UILP Uil. Un momento, quello di piazza, a cui le tre organizzazioni sindacali sono arrivate dopo una lunga mobilitazione che ha visto svolgersi, anche nei giorni scorsi, presidi e volantinaggi davanti alle principali strutture sanitarie delle sei province pugliesi.

Alla base della manifestazione c’è un dettagliato documento unitario, realizzato da SPI FNP e UILP Puglia, fatto di punti di critica ma anche di proposte concrete, che i tre sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil regionali rivolgono all’indirizzo della Regione Puglia.

“Oggi con un servizio pubblico sempre più minacciato dai tagli a causa del quale diminuiscono i servizi e cresce il disagio sociale – dice Patrizia Volponi, segretaria nazionale FNP Cisl presente alla manifestazione regionale - riteniamo necessario un progetto chiaro ed efficiente per esempio nel servizio del 118 e pronto soccorso, occorre inevitabilmente riorganizzare una rete più efficace tesa alla protezione del cittadino, che subendo i tagli è costretto sempre più a rinunciare a curarsi”.

“Il piano di riorganizzazione ospedaliera in Puglia rischia di produrre più danni che benefici – dice Gianni Fortesegretario generale SPI Cgil Puglia: - dopo i tagli e le chiusure delle 22 strutture ospedaliere del precedente piano di rientro, i servizi di medicina e assistenza territoriali alternativi sono rimasti insufficienti o inesistenti. Tutto questo non fa che cronicizzare problemi gravi come i tempi delle liste d’attesa, troppo lunghi per le persone anziane e non autosufficienti, che sono le più fragili, nella popolazione, dal punto di vista della salute. In Puglia gli ultra 65enni sono più di 850mila, pari al 21 percento della popolazione complessiva. Se pensiamo che di questi si stima che circa 100mila stiano vivendo in condizioni di disagio economico, capiamo quanto sia inaccettabile far passare ancora tagli e penalizzazioni per chi è più debole, economicamente e fisicamente. Non è tollerabile il taglio delle ore di guardia medica previste nel piano nazionale! Chiediamo al governo della Regione Puglia di abbandonare i libri contabili e di occuparsi della vita reale delle persone!”. 

“È del tutto evidente  - spiega Vitantonio Taddeo Segretario Interregionale FNP CISL Puglia Basilicata  - che una corretta programmazione dell’attività ospedaliera è possibile dove l’ospedale risponde, prontamente ed efficacemente, all’esigenza del sistema dell’emergenza, così come diventa strategica la prosecuzione delle cure in continuità, attraverso la rete territoriale e con modalità accessibili, veloci e trasparenti (ieri Ospedali di comunità, Case della salute, Poliambulatori  oggi, Aggregazioni Funzionali territoriali, Unità Complesse di Cure Primarie, ecc). Uno degli impegni più importanti assunti nell’ambito del Patto per la Salute 2014-2016. È proprio questa modalità organizzativa che vede la Puglia carente in termini di risposta appropriata. Diventa così insostenibile accettare la chiusura dei pronto soccorso in assenza di altri luoghi di presa in carico, soprattutto in quelle aree disagiate, dove i collegamenti risultano difficili - anche per via del sistema orografico territoriale e della viabilità stradale - e tali da rischiare di incidere pesantemente,  sulla vita del paziente”.

“Incombe sempre il rischio della chiusura della guardia medica notturna senza servizi alternativi adeguati – dice Rocco Matarozzo, Segretario Generale UILp UIL Puglia - ed inoltre si chiudono gli ospedali ma solo per fare cassa ed in assenza di un adeguato piano sanitario e socio-sanitario regionale. Ovviamente il problema riguarda tutta la popolazione e quindi insieme alle Confederazioni attueremo tutte le iniziative utili a far cambiare il passo alla Regione Puglia, al suo Presidente Michele Emiliano che è anche assessore alla Sanità, ed a tutti i collaboratori vecchi e nuovi che sembrano più protesi a preferire il privato in danno della sanità pubblica”. 

Le conclusioni di patrizia Volponi sono state precedute dalle testimonianze dirette del disagio nella sanità pugliese, tra cui anche un medico. Queste in sintesi le richieste avanzate durante la manifestazione: un progetto chiaro ed efficiente di 118 e di pronto soccorso; un nuovo modello organizzativo della medicina di prevenzione; assunzione di nuovo personale per affrontare le emergenze ospedaliere e territoriali; strutturazione e consolidamento di una rete di qualità della medicina territoriale su tutto il territorio e potenziamento dell’ADI (assistenza domiciliare integrata); organizzazione di un’efficace rete per la cura delle malattie oncologiche; abbattimento delle liste d’attesa e riduzione dei viaggi della speranza. Incremento dei fondi della non autosufficienza; riduzione degli sprechi. Basta tagli alle prestazioni erogate ai cittadini; monitoraggio delle strutture per anziani (RSA/RSSA – Case di riposo); mantenimento dei turni delle guardie mediche nelle ore notturne; maggiore chiarezza nella prescrizione dei farmaci e prestazioni specialistiche da parte del medico di base.