Ritiro dei 282 licenziamenti, un piano di investimenti di 440 milioni di euro nel biennio 2009-2010, attivazione di interventi organizzativi finalizzati a migliorare i cicli produttivi e di un tavolo nazionale presso il ministero dello Sviluppo economico sul settore dell’acqua minerale. Sono questi i termini dell’accordo raggiunto lo scorso 25 aprile tra le organizzazioni sindacali del settore (Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil) e la San Pellegrino sul futuro produttivo e occupazionale del gruppo. L’intesa prevede, nello specifico, un piano occupazionale che evita i licenziamenti attraverso un processo di riqualificazione professionale e l’attivazione di strumenti quali la cassa integrazione ordinaria, i contratti di solidarietà e pre-pensionamenti volontari ed incentivati.

Nel mese scorso la San Pellegrino, gruppo leader delle acque e delle bevande di proprietà della multinazionale Nestlè, aveva presentato ai sindacati un piano di riorganizzazione che prevedeva il licenziamento di 282 lavoratori come diretta conseguenza della crisi economica globale e delle contrazioni delle vendite. Fai, Flai e Uila hanno subito respinto il piano, dando vita a una "straordinaria mobilitazione in tutti gli stabilimenti del gruppo e sollecitando una soluzione positiva della vertenza attraverso la definizione di un piano di investimenti in grado di garantire sviluppo e di salvaguardare l’occupazione”.

“Questa intesa – ha dichiarato il segretario nazionale della Flai Cgil, Antonio Mattioli – testimonia come sia possibile uscire dalla crisi con un piano di investimenti e con soluzioni occupazionali che evitano traumi sociali insostenibili. In pochi pensavano fosse possibile trovare una soluzione positiva a una vertenza che ci vedeva di fronte alla più grande multinazionale dell’agro-alimentare – ha concluso – ma abbiamo dimostrato che le ragioni del lavoro possono prevalere su quelle del profitto”.