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Si possono trovare soluzioni alternative agli Opg e alle Rems (residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria). Si può far sì che i malati di mente vivano in società e guariscano grazie a programmi mirati.
Un patto per la salute mentale si può fare, e la discussione è partita lo scorso 27 maggio con una conferenza tenutasi a Milano, nella simbolica cornice dell’ex ospedale psichiatrico Paolo Pini.
“Cliniche, case di cura, comunità, devono lasciare il posto ai servizi territoriali, a progetti personalizzati, alle buone pratiche di inclusione che anche tanta cooperazione sociale sperimenta”, ha sottolineato Denise Amerini, Fp Cgil nazionale. “Le leggi depositate in Parlamento affidano la soluzione a trattamenti sanitari prolungati, a strutture contenitive con compiti di custodia. Bisogna puntare a servizi di prossimità, disponibili ogni giorno h24 e integrati con le realtà socio assistenziali del territorio”.
Esempi di buone pratiche ci sono: Eva Campioni parla di L’Alba di Pisa, da gruppo di auto-aiuto a circolo ricreativo, dove si fanno terapia e attività culturali. Domenico Castronuovo racconta di Cascina Clarabella, a Iseo, dove si promuove il lavoro e si attua il budget di salute: valutati i bisogni delle persone, si costruisce un progetto di inserimento basato sull’offerta del territorio. Ma le risorse si trovano solo se partecipa il privato.
Troppe le carenze del pubblico. Per questo serve volontà politica, e in questo il ruolo delle Regioni è fondamentale. La Lombardia non brilla per iniziativa: “I servizi per la salute mentale sono considerati di serie b”, ha ricordato Claudio Carotti, Fp Cgil Milano. E di serie b sono i contratti dei lavoratori. “Il pubblico subisce tagli, nel privato si risparmia – ha affermato Cecilia Taranto, Fp Cgil nazionale -. Bisogna imporre l’idea che tutti hanno diritto al contratto (e al suo rinnovo), e che sia unico per ogni tipologia di lavoro”. Al patto per la salute mentale servono perciò risorse, regole, responsabilità politica e collettiva. E intanto oggi, in Senato, riprende la discussione sulla chiusura degli Opg (da PubblicAzione).