"Siamo in fase di coordinamento formale, aspettiamo la bollinatura del Mef. Ma sicuramente la prossima settimana" il testo della legge delega sulla P.a. "arrivera' in Parlamento, sapendo che alla Camera siamo impegnati con la conversione della prima parte della riforma", contenuta nel decreto P.a. Lo afferma, secondo quanto riporta l’Ansa, il ministro Marianna Madia in conferenza stampa a Palazzo Chigi, illustrando i tempi di esame della riforma. "Inizieremo ad affrontare" il testo della legge delega "a settembre - spiega - perche' prima dobbiamo convertire il decreto". Non so" quanti risparmi porterà il ddl delega di riforma della P.a. "e sono contenta di non saperlo perche' l'impostazione non è di spending review: non siamo partiti dai risparmi". "La digitalizzazione ad esempio porta risparmi, ma non li quantifico e sono contenta di non quantificarli. Un errore dei governi precedenti è stato partire dalla spending review, che è però un risultato" e non il punto di partenza, "se la politica è ben pensata".

Il ministro ha spiegato che “Non si avranno più carriere legate al solo automatismo", ma si andrà avanti in base "alla valutazione e al merito" del proprio lavoro. "Oggi - aggiunge, ripresa in un lancio della Dire - non c'e' incentivo a fare bene il proprio lavoro. Si passa dirigente di prima fascia solo se si libera un posto e, soprattutto, se si fa male da dirigente di prima fascia non si torna indietro". L'idea nuova del governo, sottolinea, e' invece una carriera che si svolge "in modo assolutamente mobile: si puo' salire e si puo' scendere".

Quanto al blocco della contrattazione per i dipendenti, secondo Madia “è un'ingiustizia portata dalla crisi che si somma a tante altre ingiustizie, penso ai precari non solo della pubblica amministrazione. L'impegno deve essere quello di uscire dalla crisi, solo cosi' si puo' far ripartire la contrattazione economica". 

Tornando al ddl: "Sono disposta a migliorare alcuni punti", afferma il ministro, ma solo se si "rispetta lo spirito del provvedimento, che ha una forte ragione di equità e giustizia sociale" e risponde alla "necessità di dare sempre più opportunità a generazioni che ne hanno avute meno".

A chi le domanda se si possano introdurre deroghe alla soppressione delle sedi distaccate del Tar, il ministro replica: "Solo se ci sono delle ragioni oggettive e non si può riuscire, senza sedi distaccate, a gestire in modo efficiente il contenzioso" su un determinato territorio. "Non ho una chiusura in questo senso. Ma voglio arrivare a valutazioni oggettive", spiega.