"La battaglia condotta dal Pd, e condivisa dagli altri gruppi che sostengono il governo, ha conseguito un importante risultato di modifica alla recente riforma del mercato del lavoro. Abbiamo dato attuazione concreta all'impegno del presidente del Consiglio Monti di correggere il capitolo degli ammortizzatori sociali e della flessibilità in entrata. In particolare, va segnalato il fatto che le attuali norme sulla mobilità resteranno in vigore un anno in più, cioè fino a tutto il 2014". Lo dice il capogruppo del Pd in commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano.

'Questa scelta - aggiunge - mette al sicuro, sotto il profilo delle tutele, i lavoratori e le imprese di fronte al protrarsi della crisi economica oltre il 2012. La durata degli ammortizzatori sociali per gli over 50 del centro Nord e per tutti i lavoratori del Mezzogiorno che era stata decurtata di 6 mesi nel 2014 con la riforma Fornero, viene in questo modo ripristinata. In secondo luogo, è stato cancellato l'aumento dell'aliquota dei contributi previdenziali per le vere partite iva che rimarrà invariata al 27% anche per il 2013. Vengono inoltre migliorati alcuni dispositivi sulla flessibilità in entrata e sul prolungamento della cassa integrazione per le aziende in stato di crisi che siano in grado di riprendere, anche parzialmente, la loro attività, attraverso il sostanziale accoglimento dell'avviso comune di Cgil, Cisl, Uil e Confindustria. Abbiamo così concluso positivamente l'intervento legislativo di correzione del mercato del lavoro e possiamo dedicarci nella spending review al tema dei lavoratori rimasti senza stipendio e senza pensione'.

Sulle modifiche alla riforma del lavoro approvate con un emendamento al decreto sviluppo "a vincere" è stata "soltanto la ragionevolezza, perché le soluzioni proposte, inizialmente, nel disegno di legge del governo erano, prima di ogni altra considerazione, irragionevoli". Così il deputato del Pdl, Giuliano Cazzola, che in una nota ricorda come l'emendamento cui le commissioni della Camera hanno dato il via libera siano frutto di una "formulazione concordata dai gruppi di maggioranza con il governo. Così - ha proseguito Cazzola - le principali modifiche del Parlamento sulla legge Fornero hanno riguardato la cosiddetta flessibilità in entrata". Al dunque, ha concluso l'esponente del Pdl, "i partiti della 'strana' maggioranza (con il contributo decisivo delle parti sociali) sono stati in grado di formulare, prima al Senato poi alla Camera, degli emendamenti su di una materia politicamente sensibile, come i rapporti di lavoro flessibili, su cui si è concentrato in questi anni lo scontro ideologico sulla precarietà".