“Un indubitabile successo. Oltre agli ascolti sul satellite e sul digitale, c’è stato un boom incredibile di contatti su internet. A questo vanno sommate le radio e la presenza, in tante piazze d’Italia, dei cittadini”. Così Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil, ha commentato ai microfoni di RadioArticolo1 l’iniziativa di ieri sera “Rai per una notte”.

“Sui numeri - ha proseguito il dirigente sindacale - il centrodestra non ne indovina una: troppo alti quando li riguarda, bassissimi quando riguardano altri”. Nella grande risposta della gente all’evento, Fammoni ha letto “la conferma del fatto che nella società dell’informazione la censura ha dei limiti evidenti, fino a diventare controproducente. Non si può impedire ai giornalisti di parlare. In Italia, purtroppo, si può cercare di occupare tutti gli spazi. La multa dell’autorità per la comunicazione al Tg1 e al Tg5 in questo senso è particolarmente significativa, anche se tardiva, visto che arriva a pochissimi giorni dalla chiusura della campagna elettorale. D’altronde, che i telegiornali orientino la maggior parte della popolazione italiana, oltre il 60 per cento, lo dice il Censis”.

Alle reazioni della maggioranza Fammoni risponde: “Oggi leggiamo dichiarazioni che somigliano a invettive, a richieste di sanzioni. Mi auguro che il consiglio di amministrazione della Rai non voglia causare ulteriori danni all’azienda. Del resto, l’iniziativa di ieri sera è figlia dei provvedimenti che il governo ha adottato sul tema dell’informazione. Ma perché stupirsi? – conclude il segretario confederale della Cgil – C’è una parte importante della società italiana che si batte per un’informazione libera e il 3 ottobre scorso a Piazza del Popolo ci eravamo presi un impegno. Che di fronte a ogni tentativo di zittire la libera informazione la Cgil avrebbe continuato la mobilitazione. E questo è ciò che è successo ieri sera”.