Nella storica palazzina del Gazometro, originariamente centrale del carbone, diventata poi la sede delle organizzazioni e dei movimenti sociali di Porto Alegre ed il centro di accoglienza dei Forum Sociali Mondiali, si è realizzata la conferenza stampa di apertura del Forum Sociale Mondiale tematico per la Palestina Libera.

Presenti i sindacati brasiliani (CUT, Força Sindical, UGT, CTB) ed i rappresentanti dei movimenti sociali brasiliani, dai Sem Terra, alla Marcia Mondiale per la Pace, il Movimento delle Donne, la Camera di Commercio Arabo-Brasiliana, le Comunità Palestinesi, e l'ambasciatore palestinese in Brasile, Ibrahim Al Zeben. Presenti anche rappresentanti di Cgil, CCOO, Cosatu, CTA Argentina, oltre alle prime delegazioni provenienti dalla regione del Medio Oriente e dalla Palestina.

Il messaggio che tutti i presenti rivolgono all'opinione pubblica è quello della pace e del riconoscimento della stato di Palestina, con una critica alla politica di segregazione e di occupazione dei territori palestinesi da parte del governo israeliano.

L'Ambasciatore palestinese ha rivolto un appello di fratellanza alla comunità ebraica brasiliana, tendendo la mano della convivenza e del reciproco rispetto, per abbassare i toni di una campagna di allarmismo e di attacco nei confronti di questa iniziativa di solidarietà con il popolo palestinese. "Non sono i razzi una forma di civiltà, non sono i raid aerei una forma di civiltà”. Con queste parole l'Ambasciatore ha chiesto a tutti i partecipanti di sostenere i diritti del popolo palestinese senza mancare di rispetto verso il popolo israeliano, auspicando un Forum pieno di dibattiti e di mobilitazione internazionale per fare conoscere le aspirazioni ed i diritti del popolo palestinese.

Le presenze al Forum hanno oramai superato quota 3.500
, circa 150 delegati dal Medio Oriente, 300 internazionali, e molte presenze di prestigio del mondo politico e culturale. 180 seminari suddivisi in cinque aree tematiche per discutere su diritti e doveri internazionali, solidarietà e democrazia. I sindacati brasiliani sono i motori di questa iniziativa, con la CUT che ha messo a disposizione dell'evento tutta la sua capacità organizzativa, la mobilitazione e la militanza delle proprie strutture.