Ancora una morte sul lavoro. La vittima è Giovanni Tedeschi, 62 anni, comandante del peschereccio “Eugenio Costa”, affondato al largo del porto di Trani a causa delle condizioni del mare non favorevoli. Il figlio del comandante, di 20 anni, è staato invece tratto in salvo dai soccorritori. “Questa vicenda ci riporta la drammatica attualità degli incidenti mortali nella pesca" dichiara Sara Palazzoli, segretario nazionale Flai Cgil: "Non è possibile parlare ancora una volta di tragica fatalità, bensì è necessario denunciare con forza le condizioni estreme in cui si lavora in mare”.

Il settore è tra i più esposti in termini di sicurezza. Anzi, spiega Palazzoli, di "mancata sicurezza: per i lavoratori della pesca, nonostante numerose battaglie e un'importante raccolta di firme, ancora non si applica il Testo Unico (decreto 81/2008) su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Tale materia, infatti, è coperta da una legislazione vetusta e quanto mai inefficace. Inoltre, manca un sistema strutturale di ammortizzatori sociali in grado di coprire la sospensione dell’attività, che avrebbe effetti positivi sulla sicurezza sul lavoro e sulla salvaguardia di vite umane".

La segretaria nazionale Flai Cgil, in conclusione, sottolinea che "oggi chi vive di pesca, per realizzare un reddito seppur minimo, va in mare con qualsiasi condizione metereologica, a rischio anche della propria vita. Per questo ribadiamo che norme sulla sicurezza e ammortizzatori si debbano incrociare per dare effettivi risultati. I lavoratori della pesca non possono continuare a essere invisibili, ma hanno diritto alla pari dignità con tutti gli altri lavoratori. È necessario che Parlamento e governo intervengano tempestivamente, poiché già troppo tempo è stato sprecato”.