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Oggi, 14 giugno, le assemblee in fabbrica, che si preannunciano molto calde, domani, 15 giugno, il tavolo istituzionale in Regione tra sindacati e management di Nestlé Italia: entra nel vivo la vertenza Perugina che si è riaperta all'improvviso dopo il cambio radicale di atteggiamento da parte della multinazionale che, uscendo dai binari dell'accordo siglato nel marzo 2016, ha tirato fuori la cifra monstre di 340 esuberi per la fabbrica di cioccolata, nonostante un andamento economico e commerciale che la stessa azienda definisce positivo e in crescita. Fatto che ha spinto sindacati e Rsu a proclamare lo stato di agitazione.
Alle assemblee di oggi (la prima in mattinata, le altre nel turno serale e notturno) partecipano anche i segretari nazionali dei sindacati degli alimentaristi. Per la Flai Cgil c'è Mauro Macchiesi che nei giorni scorsi aveva riassunto così il nuovo scenario in Perugina: "L’amministratore delegato di Nestlè Italia, Leo Wencel ha deciso che il sindacato non serve più, le Rsu non servono più, i lavoratori della Perugina possono essere tagliati, lo stabilimento può rimanere aperto sei mesi l’anno. Questa non è la Perugina pensata nell’accordo un anno fa! Leo Wencel, ha dato uno schiaffo al sistema Italia per compiacere il nuovo Amministratore Delegato Nestlè Mondo tutto intento a ristrutturare il debito del gruppo con le banche e, per fare ciò, serve sacrificare i lavoratori sull’altare della finanza”.
Di fronte a questo scenario la Flai Cgil chiama in causa le istituzioni e il governo nazionale: "Chiedano conto alla Nestlè di cosa intenda fare con i fondi pubblici del nostro Paese che si appresta ad avere con i vari piani di ristrutturazione e piani industria 4.0". E una prima risposta potrebbe arrivare appunto domani, 15 giugno, dal tavolo in Regione Umbria, anche se i rappresentanti di Palazzo Donini mettono già le mani avanti: "L’incontro di domani rappresenta un’occasione importante per avere un quadro più organico rispetto alla vicenda nel suo complesso - ha detto rispondendo ad un'interrogazione il dirigente regionale Luigi Rossetti - Si tratta tuttavia di una situazione non semplice da gestire anche dal punto di vista istituzionale, perché è evidente che una vertenza così importante, dal punto di vista occupazionale potrebbe richiedere, se non si trovassero rapidamente modalità di articolazione diversa rispetto agli esuberi, collocazione naturale nel contesto delle attività presiedute dal Ministero dello Sviluppo economico che tra l’altro, come struttura tecnica, su mandato della Giunta, abbiamo già sensibilizzato. Vertenze di questa portata trovano la loro sede naturale di risoluzione nel contesto nazionale. Il tavolo istituzionale regionale, con la presenza anche del Comune di Perugia è un luogo in cui è possibile esercitare attività utili ad una riduzione della tensione, ma la funzione della Regione, in questo caso, anche alla luce delle direttive amministrative che si è data, è strettamente di supporto".