“Gli interventi parziali non servono. Non sono più differibili le risposte ai lavoratori precoci o a quanti sono stati impiegati in attività usuranti. E le operazioni sulla previdenza costano: la cifra ragionevole su cui poter lavorare è tra i 2 e i 3 miliardi di euro”. A dirlo è il coordinatore dell'area contrattazione sociale della Cgil, Nicola Marongiu, nei giorni delle acque agitate sul capitolo pensioni, confermando che il miliardo e mezzo che ha in mente il governo per la legge di bilancio non sarà sufficiente.

Una conferma arriva dalle prime stime non ufficiali, diffuse oggi dall’Ansa, secondo cui potrebbero essere necessari fino a 2,6 miliardi se sommiamo il costo per lo scivolo ai lavoratori precoci (è questo il capitolo più costoso) e il raddoppio della platea che riceve la quattordicesima. A fare la differenza in più o in meno saranno le soglie per l’accesso. Per l’Ape, l’anticipo pensionistico tramite prestito per permettere la flessibilità in uscita, la spesa varierebbe tra i 600 e i 700 milioni di euro.

Sul piede di guerra il sindacato dei pensionati. “O il governo fa uno sforzo o noi decideremo cosa fare, certamente siamo pronti alla mobilitazione”. Così il numero uno dello Spi Cgil, Ivan Pedretti. Anche a suo giudizio “l’asticella di un miliardo e mezzo deve essere superata e si deve andare oltre i due miliardi, se si vogliono dare risposte vere sia alle pensioni medio basse sia alle criticità legate al lavoro, dai percorsi usuranti ai lavoratori precoci”. Inoltre, occorre affrontare “il tema delle flessibilità non solo per il 2016, ma anche per gli anni a venire, recuperando risorse anno per anno e dando risposta alle problematiche più forti. Il confronto deve guardare al triennio”.

Un “rilevante striminzito”. Così in un tweet la Cgil nazionale aveva commentato nei giorni scorsi le notizie sulle risorse che il governo intenderebbe stanziare sulle pensioni. In particolare il tweet si riferiva all'assicurazione, formulata dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti nel corso dell'ultimo incontro con Cgil Cisl e Uil, circa l'impegno del governo a reperire risorse “rilevanti” per coprire gli interventi correttivi della legge Fornero.