“Una legge davvero iniqua è stata la Fornero che ha tagliato il diritto alla pensione, una legge che ha colpito centinaia di migliaia di lavoratori e che ha provocato danni enormi, creando i cosiddetti esodati. Con un altro decreto del governo, si è poi bloccata la rivalutazione delle pensioni. Oggi, la sentenza della Consulta ripropone il tema in tutta la sua complessità. Ci battiamo per ripristinare il diritto alla pensione rivalutata per tutti”. Così il segretario nazionale dello Spi Cgil, Ivan Pedretti, ha aperto i lavori dell’assemblea dei quadri e attivisti oggi (5 giugno) al PalaTiziano di Roma. 
 
“I governi Berlusconi e Monti - aggiunge il sindacalista - hanno definitivamente chiuso la fase concertativa. Oggi siamo di fronte a una sorta di autosufficienza della politica, lo stesso governo Renzi non si discosta da tale politica e non dialoga con le rappresentanze sociali. E anche i partiti sono diventati gusci vuoti. Di fatto, si è indebolita la politica dal basso. Si fanno solo annunci televisivi. E i risultati di tale politica si vedono: domenica scorsa il 50 per cento degli elettori è rimasto a casa. Bisogna ridare spazio alla democrazia partecipata e per questo riproponiamo con forza la partecipazione di lavoratori e pensionati alle scelte del Paese”.

“Abbiamo bisogno che l’Europa sociale che vogliamo dovrà costruire un metodo di coordinamento delle politiche economiche sociali, fiscali, della formazione e della ricerca. Abbiamo bisogno di una legge per la non autosufficienza sia nazionale che a livello europeo. Bisogna introdurre il salario minimo che eviti il dumping sociale tra i lavoratori di un paese con quelli di un altro. Un sistema socio-sanitario integrato tra ospedalità e domiciliarità, e nel contempo una sanità a rete europea e una politica di inclusione, di tolleranza e di solidarietà. Una politica che crei una carta per gli anziani e dunque di un welfare che affronti compiutamente le trasformazioni economiche e sociali”.

A suo giudizio, “l’invecchiamento della popolazione, se visto collettivamente, può contribuire allo sviluppo della società. Finora è stata una figura di sostegno verso la famiglia, con i figli e nipoti disoccupati. Vogliamo rilanciare l’identità della figura dell’anziano, come soggetto economicamente attivo, che sta nel futuro assieme ai giovani. E vogliamo combattere il senso di esclusione, di oppressione e di solitudine che attanaglia tantissimi anziani. E inoltre occorre ripensare criticamente la nostra funzione sindacale”.

Un passaggio sulla “contrattazione che deve tornare ad essere uno strumento di democrazia partecipata. E ci vuole una legge sulla rappresentanza che dia il diritto di voto ai lavoratori e si avvii un sistema di codeterminazione tra sindacati e imprese e ripensare il modello di relazioni, con i lavoratori protagonisti e soggetti del cambiamento del modello produttivo. La contrattazione sociale disegna la fase più avanzata ed è la nuova frontiera del sindacalismo confederale, che concilia diritti e si occupa delle condizioni dei lavoratori".

Lo Spi propone "la costituzione di un sindacato che sta sul territorio, di nuovi sindacalisti di quartiere, che uniscano la tutela collettiva con quella individuale, allargando la nostra capacità di fornire servizi, di dare un welfare leggero, di un sindacato che si occupa concretamente del territorio. È questa la sfida del cambiamento, creare un welfare moderno che si adatti ai bisogni sociali di giovani e anziani. È un nuovo sindacalismo confederale, che valorizzi il lavoro, professionalità , ma anche la persona e i suoi diritti. Una diversa confederalità che riporti la Cgil alle sue origini, radicata sul territorio".

In conclusione, “il tema delle pensioni non si affronta dividendo giovani e anziani, come stanno facendo in molti. Forse il fine della divisione è quello di favorire le assicurazioni private. Nei prossimi giorni esporremo le nostre proposte sul tema della rivalutazione delle pensioni, in particolare su quelle più basse, ci vuole una proposta correttiva sulla proposta in uscita della legge Fornero, facendo in modo che l’età legale coincida con l’età di accesso alla pensione. La ricostruzione del sistema di rivalutazioni delle pensioni per fasce orizzontali, ma siamo per allargare la platea dei pensionati aventi diritto che aiuti le fasce più deboli a incrementare il proprio reddito. E diciamo un grande no al ricalcolo contributivo proposto dal presidente dell’Inps, Tito Boeri. Su questo sarà necessaria una grande mobilitazione e una grande manifestazione nazionale assieme alla altre confederazioni e alla Cgil”.