“L’incontro di ieri (27/5, ndr) tra le parti sociali e il ministro Poletti è stato surreale. Abbiamo discusso di temi fondamentali – come la riforma degli ammortizzatori sociali, la nuova agenzia per le politiche attive e dei servizi per il lavoro, l'agenzia dei servizi unici per l'attività ispettiva e le misure di semplificazione sulla gestione dei rapporti di lavoro – senza avere neanche un testo scritto consegnato”. Così il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino, intervenuta ai microfoni di RadioArticolo1 nel corso della trasmissione “Italia Parla” (qui il podcast): per questo, ha aggiunto ”il nostro giudizio resta sospeso, anche se alcune delle cose che ci sono state dette destano molta preoccupazione”.

A cominciare dagli ammortizzatori sociali: “Chiedevamo una riforma degli ammortizzatori che andasse nella direzione di costruire un sistema realmente universale – ha detto la sindacalista –, che riguardasse cioè tutti i lavoratori a prescindere da tipo e dimensioni di azienda e dalla tipologia contrattuale. La Naspi, invece, è molto lontana da essere un reale sussidio universale perché c'è tutta una fetta del mondo del lavoro che comunque continua a rimanere esclusa. In queste ore, per esempio, stiamo sostenendo le vertenze degli assegnisti di ricerca e dei dottorandi, che non accedono neanche alla sperimentale Discol, e degli stagionali che probabilmente non avranno la Naspi”.

Preoccupazione anche per la cassa integrazione: “Il governo dice che bisogna ridurne la spesa per poter finanziare le politiche attive. Questo vuol dire che non ci sono risorse aggiuntive per finanziare un reale sistema di servizio all'impiego e di politiche attive nel nostro paese di cui abbiamo straordinariamente bisogno. Non solo: ieri c’è stato detto che la cassa integrazione verrà ristrutturata nelle causali: avremo una cassa per riorganizzazione e ristrutturazione e una cassa straordinaria che potrà assorbire i contratti di solidarietà. Solo che i contratti di solidarietà, che noi chiedevamo fossero lo strumento da utilizzare in via prioritaria come misura di contrasto alla crisi, sono stati anch’essi cambiati. Prima di tutto mettendo un tetto in basso e in alto alla retribuzione, cosa che potrebbe produrre una penalizzazione sulle retribuzioni dei dipendenti”. Da quanto detto dal governo, poi, ci sarebbe una quota fissa di integrazione all'80%: si tratta di un’assimilazione al trattamento di cassa integrazione ed è penalizzante rispetto ai vecchi contratti di solidarietà. In più le aziende dovranno pagare per intero il Tfr, mentre prima per i contratti di solidarietà era versato dal Fondo cassa integrazione: il che significa che i contratti di solidarietà costeranno di più all'azienda e saranno meno convenienti per i lavoratori”.

Con queste scelte, attacca Sorrentino, il sistema rimane duale: “Per coloro i quali prima avevano gli ammortizzatori ordinari, questi rimangono, anche se rivisti e ridotti: con un massimale di cassa fino a 24 mesi e la possibilità di combinare cassa integrazione e contratti di solidarietà per 36 mesi. Mentre per tutto il resto dei lavoratori resta un sistema di serie B perché per questi lavoratori gli interventi dureranno da un minimo di 13 settimane a un massimo di 26 settimane: se li paragoniamo ai 24 e 36 mesi degli altri il gap è notevole”.

“Il governo – ha detto ancora la segretaria Cgil – ha parlato molto del nuovo sistema delle politiche attive, dicendo che finalmente avremo i livelli essenziali delle prestazioni sociali. Abbiano detto che anche qui c’è bisogno di fare investimenti, a partire da aziende ed enti che il ministero vigila, come Isfol, Italia Lavoro e Centri per l’impiego. Nella legge di stabilità non ci sono risorse finalizzate per le politiche attive: a oggi il nostro paese spende 500 milioni di euro la Germania investe 27 miliardi di euro: ma non si fanno politiche attive senza risorse”.

Sorrentino è anche intervenuta sui drammatici dati dell'Ocse appena resi noti: “Il nostro sistema di mercato del lavoro ha una difficoltà enorme nel primo inserimento lavorativo per i giovani che rimanda anche alla modalità sbagliata con la quale vengono utilizzate le opportunità di alternanza scuola lavoro. Abbiamo straordinari operatori dei servizi pubblici per l'impiego che però hanno un sovraccarico di lavoro tale che non gli consente di smaltire tutta l'utenza che si è iscritta, per esempio, a Garanzia Giovani. Meno di un terzo di coloro i quali si sono iscritti al programma hanno avuto un'offerta e non per carenza di disponibilità dei servizi per il lavoro ma per carenza di disponibilità da parte delle aziende. Abbiamo chiesto anche ieri al ministro di intervenire su questo fronte perché  non ci rassegniamo al fatto che Garanzia Giovani si riveli un'occasione perduta nel nostro paese”.

Infine un’amara constatazione su un mercato del lavoro poco amichevole per le donne: “Stiamo assistendo – ha concluso la dirigente Cgil – non solo all’aumento della disoccupazione, ma anche all’abbassamento del tasso di occupazione femminile. Ma le donne sono una componente fondamentale nel mercato del lavoro perché sono in grado di attivare nuova domanda di servizi. L’aumento dell’occupazione femminile, oltre a essere  un tema di civiltà, mette in moto con grande energie l’economia”.