Il piano industriale di Mps prevede 2.600 esuberi e la chiusura di 500 filiali. Sono i numeri presentanti questa mattina (25 ottobre) ai sindacati dal nuovo Amministratore Delegato della banca senese, Marco Morelli. "Il progetto - si legge in una nota delle sigle sindacali presenti in Mps, Fisac Cgil, First Cisl, Uilc Uil, Fabi, Sinfub, Ugl e Unità sindacale - prevede nel periodo 2017-2019 circa 2900 esuberi – comprensivi delle uscite naturali e del turnover – e circa 300 assunzioni, derivanti in gran parte dall’applicazione delle norme del CIA e da previsioni di Legge". Il sindacato ha esplicitamente richiesto che la gestione degli esuberi avvenga "in maniera esclusiva attraverso l’utilizzo del Fondo di sostegno al reddito su base volontaria".

Per quanto concerne, invece, i processi relativi alla esternalizzazione di attività previsti dal piano, i sindacati hanno ribadito che "tali operazioni non dovranno comportare la cessione individuale del rapporto di lavoro, ed andranno quindi gestite su base volontaria". Le stesse organizzazioni sindacali hanno inoltre chiarito che, "con attinenza al capitolo Fruendo, l’azienda dovrà individuare, come già richiesto più volte, una rapida soluzione a tutela dei diritti dei lavoratori coinvolti".

"L’Ad, su nostra espressa sollecitazione - riferiscono ancora le sigle sindacali - ha inoltre dichiarato che l’attuale perimetro del gruppo e del consorzio operativo non subirà alcuna variazione, ad eccezione di quelle legate alla diversa focalizzazione delle attività di riferimento dei vari ambiti societari. Il direttore Morelli ha inoltre specificato che l’indirizzo del piano prevede una netta separazione fra le attività commerciali e le attività di gestione del credito".

Con riferimento alle prime – spiegano ancora i sindacati – è stata confermata l’impalcatura del progetto Hub & Spoke, che quindi continuerà ad essere implementato sui territori, ed è stata annunciata la contestuale riduzione delle aree territoriali (da 8 a 4/5) e delle Dtm (circa 35/40). Quanto alle filiali, è stato convalidato il progetto di chiusura delle unità operative, le quali passeranno dalle attuali 2.000 circa a 1.500.

Per quanto attiene alla tematica di riduzione dei costi, le organizzazioni sindacali hanno ricordato all’amministratore delegato l’impostazione contenuta nell’accordo dello scorso 24 dicembre relativa al monitoraggio annuale delle spese e dei costi operativi, al fine di verificare la possibilità di prosecuzione, o meno, nell’applicazione delle misure restrittive attualmente previste sul costo del lavoro.

Infine, i sindacati hanno richiesto una informativa dettagliata sulle Asa, a partire dalla quantificazione delle spese per le consulenze aziendali. Il confronto proseguirà nel pomeriggio di oggi, 25 ottobre, alle ore 17, con le delegazioni sindacali di gruppo. "Per quanto ovvio – concludono i sindacati – ribadiamo che ogni progetto derivante dall’applicazione del piano industriale sarà oggetto di apposita e specifica procedura negoziale come previsto dal contratto nazionale".