“Dall’incrocio dei dati più recenti del Ministero del Lavoro relativi alle ‘attività ispettive nei cantieri e nei posti di lavoro’ emerge un quadro molto preoccupante per quanto riguarda la realtà emiliano-romagnola. In particolare per le province coinvolte dal terremoto, Modena in primis”. A denunciarlo in una nota è Franco Zavatti, coordinatore legalità e sicurezza della Cgil regionale Emilia Romagna.

Questi i numeri riportati da Zavatti per la realtà modenese. “Se nel 2011 furono eseguite 1.768 visite ispettive, nel 2012 sono scese a 1.503, lo scorso 2013 più giù a 1.356 e nel primo trimestre 2014 sono state 287. Analoga dinamica nel quadro regionale”. Una discesa “netta e lineare”, commenta Zavatti, purtroppo “del tutto indifferente al picco emergenziale post sisma, con i circa 14.000 edifici danneggiati e l'avvio dei lavori di ripristino e ricostruzione che determinerà una situazione davvero straordinaria e qui concentrata”.

“E' importante verificare – prosegue il sindacalista - che in Emilia-Romagna, anche nel 2013 ed inizio '14 , le ispezioni effettuate superano la media nazionale: 11.715 nell'intero anno scorso, col 44% di illeciti rilevati e che sale al 59% nel primo trimestre di quest'anno . Siamo la regione al quinto posto,per attività ispettiva,dopo Lombardia,Puglia,Campania e Lazio ; però siamo al quarto posto nazionale per l'entità ragguardevole "dell'imponibile evaso accertato" di ben 38,28 milioni di euro”.

“Bisogna perciò ragionare attentamente – osserva ancora Zavatti - ed agire rapidamente sul bicchiere mezzo vuoto. Ciò che particolarmente preoccupa, è che il quadro dei dati regionali si impenna nei territori delle quattro province colpite dal terremoto”. Secondo il coordinatore legalità della Cgil infatti, è in particolare Modena, col 50% di illeciti contestati rispetto ai controlli fatti nelle aziende nel 2013 e con 2,8 milioni di imponibile evaso (dato che balza al 69% nel primo trimestre '14 con 1,26 milioni di euro evasi”, a destare la maggiore preoccupazione. Ma anche a Reggio Emilia, col 57% di illeciti e 6,8 milioni nello scorso anno ed il 75% nell'ultimo trimestre, la situazione è allarmante.

I controlli ispettivi segnalano inoltre una specificità per la provincia modenese: “E’ l'unica – afferma ancora Zavatti - in tutta la regione ove gli illeciti verificati nel settore dell'edilizia superano quelli riscontrati nell'industria, terziario ed agricoltura. Inoltre, un inaccettabile 61,2% di posizioni di lavoratori modenesi controllati, risultano vittime di irregolarità: prevalentemente lavoro nero, somministrazione illecita di mano d'opera, fasulle partite Iva”.

Qui sta il "bicchiere mezzo vuoto" che va assolutamente considerato e risolto con urgenza, avverte la Cgil. “Organizzare la nostra pubblica amministrazione per qualificare le capacità ispettive, non è maggiore spesa, bensì un investimento economico, sociale e civile. Lavoro irregolare è furto del salario, della sicurezza e della pensione per i lavoratori – scrive ancora Zavatti - è umiliazione per chi è costretto a trasferirsi nell'esercito delle partite Iva o dei falsi soci di cooperative spurie; è furto fiscale che poi colpisce ogni cittadino; è concorrenza dannosa e spesso esiziale per le imprese in regola”.

Di qui la richiesta di intervento a vari livelli: Stato, Regione ed enti locali. “In tal senso – conclude Zavatti - interventi concreti sono necessari e possibili nel territorio. Appalti, forniture, acquisti e servizi, vanno obbligatoriamente riorganizzati a dimensione sovra-comunale, ed in tal senso una spallata viene ai Comuni da un recente decreto. Analogamente, nelle Unioni Comunali vanno dimensionati gli interventi sulla sicurezza dei cittadini, la legalità fiscale ed i controlli sulla regolarità del lavoro e nei luoghi di lavoro”.