“La situazione si è così deteriorata che ormai anche gli Eurobond, per quanto necessari, non sono più sufficienti. Serve un’immediata iniezione di liquidità nel sistema”. Intervistato da Il Messaggero, Marcello Messori, professore di Economia all'Università romana di Tor Vergata non nasconde la sua preoccupazione per le sorti dell' euro. Non pensa che il taglio dei tassi, che mercoledì il board della Bce potrebbe decidere, possa avere effetti decisivi sul quadro europeo, “sarebbe però – dice un segnale importante da parte della Bce verso i mercati. Certamente se nulla accade, se non vengono prese a breve iniziative di politica monetaria ed economica, il quadro si deteriorerà ulteriormente. E tutto diventerà ancora più difficile”.

Sul superpiano per l'Eurozona, che Bce e Ue stanno mettendo a punto, che prevede anche un’unione bancaria, Messori dice: “Serve un segnale di fiducia e tranquillità. E offrire una garanzia europea sui depositi bancari mi sembra la strada giusta. Ma per proteggere il sistema bancario europeo serve anche altro. Porre dei presidi di modo che una crisi di liquidità - che può riguardare anche banche strutturalmente solide - non si trasformi in una crisi di insolvenza e quindi di default”. Che tipo di presidio, gli chiedono? "Un'istituzione che funga da prestatore di ultima istanza, che sia la Bce o il nuovo Fondo salva Stati – risponde l’economista –. Gli Eurobond possono essere utilissimi per affrontare la crisi dei debiti sovrani. Ma per vararIi serve tempo e quindi ora bisogna puntare su altro. Oggi, subito, prima della fine di giugno, c'è bisogno di una iniezione di liquidità da affiancare alla garanzia europea sul settore bancario”.