Non c'è pace per i lavoratori della Melegatti, la storica azienda dolciaria Veronese protagonista di una dura battaglia per salvare le produzioni e i lavoro prima di Natale. Ma ora i problemi tornano a galla con tutti i dubbi sul futuro e così oggi, 23 gennaio, i lavoratori sono scesi in sciopero, contro i ritardi e le incertezze che hanno impedito di far partire l'annunciata campagna pasquale. 

In una nota i sindacati Cgil-Cisl-Uil hanno lanciato accuse nei confronti della proprieta': "Nel tardo pomeriggio di ieri abbiamo ricevuto una telefonata da parte della Prefettura nella quale si comunicava che l'incontro previsto per oggi veniva fatto slittare alla fine della prossima settimana. E' incredibile: la richiesta di spostare il tavolo è stata avanzata dalla presidente Emanuela Perazzoli proprio nel pomeriggio, dopo che la stessa per tutto il giorno ha minacciato i lavoratori contrariata dalla decisione di proclamare una giornata di sciopero per il 23 gennaio".

Secondo i rappresentanti sindacali i vertici di Melegatti "invece di preoccuparsi di far ripartire l'azienda che dovrebbe essere la preoccupazione primaria, ancora una volta investono energie per infierire sui lavoratori". Questa mattina i delegati delle Rsu sono stati comunque ricevuti in Prefettura, in attesa di sviluppi nell'intesa che Melegatti ha siglato con il fondo maltese Abalone, che dopo aver finanziato la mini-campagna natalizia dovrà sostenere, con 10 milioni di euro, anche quella pasquale, fondamentale per il rilancio dell'azienda che ha brevettato il pandoro. Ai lavoratori è stato imposto il silenzio, mentre i sindacati parlano di una "situazione grave, senza prospettive".

"Chi pagherà lo stipendio di gennaio? Sarà un'altra mensilità che andrà ad aggiungersi a quelle di agosto, settembre, ottobre e tredicesima già congelate?" hanno chiesto i rappresentanti Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil.