Oggi, 17 marzo, la Fiom di Torino ha tenuto una conferenza stampa relativa ai carichi e ai ritmi di lavoro nello stabilimento Maserati di Grugliasco. Nelle scorse settimane, infatti, un'indagine a campione dello Spresal, il Servizio per la prevenzione e la sicurezza degli ambienti di lavoro dell'Asl, aveva analizzato tre postazioni di lavoro, e su due di queste (statisticamente, pari al 66%) aveva rilevato come fosse sottostimato il rischio per la salute dei dipendenti. Lo Spresal ha anche prescritto all'azienda interventi per riportarle a norma. Da anni, la Fiom denuncia il fatto che i carichi e i ritmi di lavoro in azienda sono troppo gravosi per i lavoratori, e lo scorso anno aveva realizzato un questionario su questi temi, a cui avevano risposto oltre mille lavoratori dello stabilimento.

Edi Lazzi, responsabile della Maserati per la Fiom locale: "Come denunciamo da tempo, i carichi e i ritmi di lavoro alla Maserati sono troppo sostenuti, e questo mette a rischio la salute dei lavoratori, che corrono il concreto rischio di contrarre gravi patologie da sforzo ripetuto. Il nostro intento, nel denunciare tali problemi, non è certo quello di creare contrapposizioni ideologiche con l'azienda, quanto quello si sfidare in positivo l'azienda stessa alla ricerca di soluzioni che vadano nell'interesse di tutti. Con la salute dei lavoratori non si scherza".

Nel corso della conferenza stampa, è intervenuto anche Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom, in merito alle dichiarazioni rilasciate ieri dall'amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne, al termine dell'incontro con i sindacati firmatari del ccsl, sul futuro di Mirafiori: "Confermando i target economici e l'obiettivo di far rientrare tutti al lavoro entro il 2018, l'ad ha ripetuto cose già dette più volte. Ha invece taciuto sugli investimenti, soprattutto per l'Alfa, che servono a dare credibilità all'obiettivo della piena occupazione: investimenti, i cui tempi già erano stati allungati, e sui cui si aspettavano finalmente indicazioni più precise - quali nuovi modelli? Quando e dove? - che invece non sono arrivate. Dunque, restano gli interrogativi, e soprattutto la necessità di un confronto più stringente sugli stabilimenti, a partire dalle prospettive del polo torinese del lusso, cioè Mirafiori e Grugliasco".