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La Cgil della Calabria ha annunciato che ricorrerà in appello contro la sentenza del Tribunale di Paola che ha mandato assolti 11 tra ex responsabili e dirigenti dell'ex stabilimento tessile Marlane di Praia a Mare, accusati a vario titolo di omicidio colposo per la morte di oltre cento lavoratori – deceduti, secondo l'accusa, per tumori provocati dai vapori respirati durante le lavorazioni, in particolare nel reparto tinteggiatura – e di disastro ambientale. La Procura aveva chiesto condanne da 3 a 10 anni.
La Marlane (dismessa nel 2005) fu prima di proprietà dell’Eni-Lanerossi, che l’aveva rilevata nel 1969 col marchio Lanificio di Maratea, e in seguito venne acquistata dal gruppo guidato da Pietro Marzotto: nell’87 per 168 miliardi di lire.
"Nell'attesa di conoscere le motivazioni della sentenza – è scritto in una nota - la Cgil continuerà la sua battaglia per la verità, la giustizia e la bonifica del sito e sul terreno giudiziario, e annuncia che presenterà il ricorso in appello. La questione Marlane, così come tanti altri investimenti, rappresenta una delle tragedie dell'industria italiana che meritava e merita un'attenzione nazionale e regionale che finora non c'è stata, o non è stata adeguata. Per queste ragioni, sollecitiamo Provincia e Regione nelle responsabilità dei loro presidenti a valutare adeguate iniziative legali e civili per il risarcimento danni provocato dalla Marlane e dalla sua gestione (dissennata) che ha prodotto guasti ambientali e morti. Nello stesso tempo, occorre attivare un confronto con il Ministero dell'ambiente per predisporre un piano di risanamento ambientale".
"La Cgil - conclude la nota - continuerà nella propria azione, in sinergia con i cittadini, le associazioni, i movimenti e le istituzioni per portare alla luce la verità, individuare le responsabilità, affermare la giustizia nei confronti delle vittime e dei familiari, ed avviare il risanamento del sito inquinato".
Il processo era iniziato nell’aprile del 2011. Tra rinvii per vizi procedurali e rallentamenti, aveva rischiato più volte di slittare verso la prescrizione.