Al Meridione manca un progetto, investimenti pubblici e buona occupazione. È questo il verdetto della Cgil dopo l'incontro di ieri (17 ottobre) tra i sindacati, il ministro per il Sud Barbara Lezzi e i delegati del ministero del Lavoro e dello Sviluppo economico.

“Continua a mancare un cambio di passo reale che dia centralità agli investimenti pubblici. È emersa la volontà di confermare buona parte degli incentivi, ereditati dalla scorsa legislatura, alle imprese per occupazione e investimenti privati, su cui però continuiamo a esprimere riserve in assenza di una nuova politica industriale”, ha detto la segretaria confederale del sindacato di Corso d'Italia, Gianna Fracassi, in merito al confronto.

Ai rappresentanti dei lavoratori il ministro ha ammesso le difficoltà riscontrate nelle varie regioni del Sud nell'utilizzo dei fondi europei per progetti infrastrutturali. A questo proposito ha anche illustrato gli obiettivi della cabina di regia sulle infrastrutture contenuta nel decreto Emergenze e attraverso la quale si punterebbe a superare la “frammentarietà degli interventi riscontrata anche nell'ambito dei ‘Patti per il Sud’ per sviluppare progetti trans-regionali”.

Per la Cgil è comunque “positivo l'impegno all'attuazione della clausola del 34% della spesa pubblica da indirizzare nelle regioni del Sud, così come da tempo avanzato anche da noi”. Eppure il sindacato non ha colto nelle parole del ministro “la volontà di un cambio di passo reale nelle politiche per il Mezzogiorno, che rimetta al centro il tema degli investimenti pubblici, dimezzati rispetto ai livelli pre-crisi”. Tale assenza, per Fracassi, è anche un punto debole della legge di Bilancio, “mancano risorse per l'infrastrutturazione materiale e immateriale, per le infrastrutture sociali, scuola e sanità in primis, per un piano di messa in sicurezza e cura del territorio, per la transizione energetica come fattore di innovazione di tutte le filiere produttive”.

Queste linee di investimento, infatti, per la la Cgil dovrebbero essere affiancate da una “nuova governance delle politiche di sviluppo”, e sarebbero capaci di generare occupazione nel breve periodo, “producendo moltiplicatori positivi nei territori". Inoltre, su altri due temi fondamentali, come il rafforzamento della pubblica amministrazione, in termini di organico, e sulla valorizzazione degli atenei e della ricerca nel Sud, “abbiamo avuto segnali di condivisione, che auspichiamo possano trovare riscontro in politiche concrete”. Dal punto di vista delle risorse, spiega poi Fracassi “è certamente positivo cercare di razionalizzare l'attuazione dei programmi europei e aumentare la capacità di spesa delle amministrazioni, purché le semplificazioni non riguardino norme fondamentali di tutela della legalità, della salute e del lavoro”.

Il ministro Lezzi ha anche richiamato l'ipotesi di una riprogrammazione di parte delle risorse del Fondo sviluppo e coesione, mantenendone il vincolo territoriale. “Crediamo sia utile se si riprogramma in sinergia con le Regioni, ma con una visione sovra-regionale. Speriamo – ha concluso Fracassi – che il ministro mantenga l'impegno di continuare il dialogo con le parti sociali in vista delle prossime scadenze nazionali ed europee”.