La nuova puntata di Conoscenza & organizzazione, la rubrica di rassegna.it e di ‘Quadrato rosso. La formazione va in rete’, la trasmissione di RadioArticolo1, è dedicata ai corsi di formazione organizzati dalla Cgil Abruzzo e Molise. “Quei corsi sono stati tra i primi avviati all’indomani della Conferenza d’organizzazione Cgil 2015”, precisa Giancarlo Pelucchi, responsabile formazione della confederazione –. È uno dei segni che quell’idea uscita dalla Conferenza era giusta e che ha gambe per camminare. È un progetto che tiene assieme tutti i soggetti del territorio. È un piano conveniente per tutti e tutti vi stanno contribuendo. Ciò che emerge è una Cgil che è un’organizzazione plurale negli orientamenti, nei mestieri e dunque anche nei piani formativi”.

 

Un piano a scadenza triennale, che si concluderà nel 2018. “Abbiamo messo in piedi un progetto di formazione davvero articolato e ambizioso – spiega il responsabile, Carmine Ranieri, responsabile organizzazione Cgil Abruzzo e Molise –. Di sicuro, dal 2009, dal terremoto dell’Aquila, siamo stati impegnati in prima persona in forme nuove e diverse. Siamo entrati nei processi di ristrutturazione del territorio, lavorando a fianco della Protezione civile, per ricostruire un sistema sociale assieme ai nostri delegati, che devono studiare in modo differente dal passato, non più il classico rapporto all’interno della fabbrica, ma in un contesto di contrattazione di natura territoriale. Ad esempio, i lavoratori dell’edilizia hanno imparato a impegnarsi nel campo della legalità. Come Cgil, ci siamo costituiti parte civile nel processo contro le infiltrazioni malavitose nell’ambito della ricostruzione del dopo terremoto. C’è tutto un sistema di subappalti da mettere sotto la lente d’ingrandimento: è stato il nostro lavoro prioritario, operando assieme alla prefettura e alle forze dell’ordine”. 

Secondo Pelucchi, “la cosa che ha aiutato tale processo di costruzione del piano formativo è un progetto credibile dell’organizzazione, che deve essere uno degli strumenti del cambiamento. Le sfide sono nuove, è stato fatto un grosso investimento con circa 300 Rsu e delegati di base coinvolti, in una formazione dalla forte impronta confederale, dove l’obiettivo è la creazione di un delegato a tutto tondo dove, oltre alle tematiche legate al proprio posto di lavoro, si faccia carico di temi che riguardano anche cittadini e utenti”. “Una sorta di operatore polifunzionale, in grado di offrire una tutela collettiva, non solo individuale, che abbraccia tutti i bisogni della persona che si rivolge al sindacato. È colui che riesce a integrare tutti i servizi e le tutele che la Cgil mette a disposizione, dal patronato al Caf, a tutto il resto, per mettere l’iscritto o il cittadino al centro della nostra attenzione”, precisa Ranieri.

“La contrattazione sociale e territoriale è la nuova frontiera della contrattazione – sottolinea Pelucchi –. Per intervenire sul territorio e nelle città bisogna farlo in una logica contrattuale. La Cgil Abruzzo e Molise gestisce tutto il ciclo, dall’analisi del fabbisogno ai corsi formativi, dai progetti di trasformazione dell’organizzazione fino alla verifica dei progetti stessi, per un’idea della formazione concepita non come una cosa dovuta, ma in grado di aiutare il cambiamento”. “Quel tipo di contrattazione è sempre più centrale – rileva ancora Ranieri –, nel momento in cui si abbandona o comunque si danno sempre meno risorse al welfare da parte del governo. Vogliamo mettere in rete tutte le nostre strutture. Per farlo, utilizziamo la grande esperienza dei sindacati dei pensionati e della Funzione pubblica. Elemento fondamentale del piano, il fatto che la formazione è elemento chiave per la gestione del cambiamento. Realizzeremo un’integrazione fra le nostre diverse strutture, attraverso la formazione, mettendo al centro il mondo del lavoro parasubordinato. Per far questo, prevediamo una formazione di base e una sorta di addestramento dei funzionari, utilizzando nuovi strumenti. Ad esempio, stiamo cambiando il sistema informatico. Una formazione che parte dai delegati di base, ma che arriva a tutti i livelli dell’organizzazione, dirigenti e segretari compresi. Siamo partiti nel 2016 con i primi corsi sulla contrattazione sociale. E alla fine, nel 2018, ci sarà una verifica dell’apprendimento e dei risultati raggiunti. Ci rivolgeremo alle nuove Rsu e ai nuovi delegati, all’apparato politico e tecnico. La formazione del patronato è già partita, e rivedremo anche il sistema dell’accoglienza. È un piano ambizioso, perché vogliamo creare una nuova rete, costituendo dei formatori che facciano tesoro delle esperienze esistenti più interessanti, fatte da altre regioni, per poter poi sviluppare una formazione autonoma”.