Il 2012 volge ormai verso la fine. In Lombardia, come nel resto del paese, non c’è nessuna crescita, mentre semmai a crescere è l’allarme per la difficile situazione del mondo del lavoro e delle imprese. È l’allarme della Cgil lombarda che ricorda i numeri dell’economia reale e del sistema produttivo.

A fine settembre i dati Inps, rielaborati dal Dipartimento politiche contrattuali della Cgil regionale, confermano una crescita della cassa integrazione complessiva del 6% rispetto ai primi 9 mesi del 2011. Aumentano cassa in deroga (18%) e cassa ordinaria (55%), mentre si riduce del 29% la cassa straordinaria. L’osservatorio regionale rileva che nei primi 9 mesi del 2012 siamo già arrivati a 45.370 licenziamenti, con una crescita del 25% rispetto agli stessi mesi del 2011.

“Questi dati – sottolinea la nota della Cgil Lombardia – segnalano ancora una volta la profondità della crisi, la sua trasformazione e l’andamento oscillante dei suoi effetti, e riconfermano le caratteristiche e i limiti di struttura del sistema economico regionale: il tessuto produttivo e occupazionale della Lombardia, dall’inizio della crisi, sta subendo una significativa riduzione (circa il 25%), mentre la disoccupazione è in crescita (i dati ufficiali indicano che è arrivata a oltre il 7%), e l’elenco delle aziende e delle attività in difficoltà o in procinto di chiusura testimoniano di uno stillicidio continuo e inarrestabile e di un crescente e preoccupante allarme sociale.

La Cgil non si rassegna alla crisi. “Abbiamo chiesto di attivare rapidamente un tavolo che, oltre alle commissioni parlamentari Lavoro e Attività produttive, che abbiamo incontrato a Roma unitariamente, comprenda il governo, la Regione e le parti sociali, per individuare linee politiche concrete e immediate di intervento per difendere e rilanciare il manifatturiero lombardo", sottolineano a Sesto S. Giovanni".

"Crediamo che dinanzi alla crisi globale, le cui cause non sono state aggredite né superate, occorra intervenire per sostenere i settori industriali e commerciali, i consumi, difendere lo Stato sociale e aggredire i problemi strutturali del paese reale, a partire dalle mancate politiche industriali che, insieme alla grande evasione, alla corruzione devastante e alle infiltrazioni mafiose, devono essere affrontati e risolti, per dare al paese e alla Lombardia una prospettiva di salvezza, di ripresa e di sviluppo che siano fondate su basi reali e non sulla propaganda mediatica. Per questo la Cgil il 20 ottobre sarà in piazza a Roma, per difendere il lavoro e per  proporre un “Piano del lavoro” da avanzare al paese, al governo, alle forze politiche e sociali”.