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Ancora licenziamenti, ancora comportamenti "arroganti e sprezzanti del lavoro e delle relazioni sindacali". La Maglione srl, società del gruppo Sarni, licenzia 6 lavoratori e lavoratrici dell'area di servizio di San Nicola Est, nel casertano. “I licenziamenti – spiega Luca De Zolt della Filcams Cgil nazionale – arrivano dopo una trattativa farsa, nella quale l'azienda non ha voluto prendere in considerazione le soluzioni alternative proposte dalla organizzazioni sindacali”.
Alla rabbia e alla frustrazione dei lavoratori licenziati, alcuni dei quali con figli a carico, si unisce la solidarietà dei colleghi che già da ieri hanno iniziato a mobilitarsi con scioperi e presidi per chiedere all'azienda di ritirare i licenziamenti e di riaprire il confronto. Richiesta alla quale si associa la Filcams Nazionale, che da mesi chiede a Sarni l'avvio di serie relazioni sindacali che l'azienda continua a negare. "Il gruppo Sarni non è certo nuovo a questi comportamenti - secondo il sindacato -: applicazione di contratti pirata, minacce ai dipendenti, licenziamenti e mancato rispetto della normativa sono fatti ordinari nelle aziende dei fratelli foggiani".
E purtroppo non si può parlare di casi isolati: sono infatti sempre più frequenti e più gravi i comportamenti degli operatori del settore che vogliono aggirare le previsioni della normativa attraverso l’applicazione di condizioni economiche e contrattuali peggiorative e con politiche del personale atte a ridurre l’occupazione. Per questo con una lettera unitaria la Filcams, insieme a Fisascat Cisl e Uiltucs, ha richiesto un intervento al ministero dello Sviluppo economico e al ministero dei Trasporti rispetto alla gestione delle aree di servizio autostradale.
“Vogliamo rimarcare – dice De Zolt – che la competizione tra gli operatori non può svolgersi, come stiamo rilevando, sulla pelle e sulle tasche dei lavoratori e delle lavoratrici. Peraltro tutto ciò risulta ancor più grave nelle aree di servizio di recente acquisizione, per le quali il decreto interministeriale emesso nel 2015 individuava (anche in risposta alle pressioni esercitate da Cgil, Cisl e Uil) importanti garanzie rispetto alla tutela dell’occupazione nelle aree di ristorazione e di distribuzione carburanti, vincolando alle partecipanti alle gare di assegnazione a precisi impegni rispetto ai lavoratori impiegati”.
“La gestione delle aree di servizio – conclude il rappresentante di Filcams nazionale – deve avvenire tenendo come punto fermo il rispetto del contratto nazionale e la salvaguardia occupazionale, che non possono essere voci comprimibili con comportamenti di dubbia legalità. Dato che i singoli operatori rifiutano delle normali relazioni sindacali, la Filcams chiede ora l'intervento delle autorità ministeriali che regolamentano il settore, essendo le concessioni di natura pubblica”. L'auspicio è che si avvii al più presto un confronto che porti gli operatori a cambiare radicalmente il loro comportamento.