Giunge al termine la vicenda dei licenziamenti alla Venturelli di Forlì per uno dei tre lavoratori che nel 2015 furono messi alla porta senza alcuna trattativa con i sindacati. “Il Tribunale ha dato ragione al lavoratore e alla Fiom, ha disposto l’illegittimità del licenziamento e il reintegro del lavoratore nel suo posto di lavoro, trasformato in un indennizzo in quanto il diretto interessato nel frattempo ha trovato un nuovo impiego. Questa cosa è potuta succedere perché era ancora protetto dall’articolo 18, che il Jobs Act ha contribuito a smantellare esponendo i lavoratori alle ingiustizie e ai soprusi delle aziende”. Così commentano Moreno Cimatti Giovanni Cotugno della Fiom di Forlì.

L’azienda, di proprietà del presidente del Forlì calcio Fabbri Stefano, nel novembre del 2013 occupava 22 dipendenti. Con il sopraggiungere della crisi vi fu un calo di commesse a cui si fece fronte con l'utilizzo della cassa integrazione ordinaria. Nel novembre 2014 ci fu l’annuncio di una ristrutturazione che avrebbe comportato il licenziamento di metà del personale, ma il sindacato si oppose chiedendo e ottenendo l’apertura della cassa integrazione straordinaria con uscite volontarie.

“Nel 2015 l’azienda – prosegue la Fiom –, consigliata dall’associazione datoriale e dal consulente del lavoro, licenziò unilateralmente tre lavoratori, causando la reazione del sindacato con lo sciopero e il presidio davanti all’azienda e la conseguente impugnazione del licenziamento davanti al Giudice del lavoro. All'epoca fece un comunicato per rivendicare il pieno adempimento delle normative di legge, evidentemente non era così”.