Settant'anni fa l'Italia era libera. Quarant'anni fa, il 27 aprile del 1975, Rassegna Sindacale (che nell'occasione uscì assieme a Conquiste del lavoro e a Lavoro italiano, i periodici della Cisl e della Uil) dedicava un dossier a cura di Aldo De Jaco alla Resistenza e alla Liberazione. Al contributo dei lavoratori a quelle giornate storiche. Quaranta pagine fitte di storie, ricostruzioni e bellissime immagini. Ne riproponiamo una parte in questo speciale. Un modo per rileggere e celebrare i fatti del '43-'45. Ma anche un documento storico in sé: una lettura della Resistenza che ci arriva direttamente dagli anni Settanta.

L'occupazione tedesca di Roma dura fino agli inizi di giugno, nove mesi, e sono i mesi più difficili della lotta antifascista che ancora non riesce a darsi una base militare consistente e deve ricorrere all'azione, coraggiosissima ma limitata, di piccoli nuclei (i «gruppi di azione patriottica») per porre le prime pietre dell'edificio della resistenza. Sono nove mesi difficili anche per le crisi all'interno del «comitato di liberazione», crisi conseguenti allo scontro fra chi vuole concentrare ogni sforzo immediato nella lotta armata e chi pensa già al futuro e ritenendo per l'oggi di doversi limitare all'attesa della liberazione.

Tuttavia in questi mesi si incomincia a combattere, si incominciano a tessere le fila dell'azione unitaria nella resistenza, in particolare si giunge alla firma di quel patto di unità sindacale fra le tre correnti fondamentali del sindacalismo libero italiano — la comunista, la socialista, la cattolica — al quale non si può non fare riferimento come a un momento cardine della storia dei sindacati in Italia. Non pensiamo certo di poter dare un quadro completo di tutti gli avvenimenti romani di quei nove mesi, tuttavia crediamo che elencarne qui alcune date e le vicende essenziali — privilegiando in qualche modo certe notizie «sindacali» rispetto alle molte altre di una cronaca che volesse dirsi completa — serva a dare una visione di insieme della situazione nella quale si lavorò e si lottò per l'unità e per la resistenza nella Roma occupata dai tedeschi.

16 settembre
Roma è da quattro giorni completamente in mano tedesca. Sulle panchine di piazza Mazzini si incontrano Roveda, Buozzi e Lizzadri per uno scambio di idee sul da farsi in campo sindacale.

21 settembre
II governo fascista appena ricomposto dichiara decaduti tutti gli incarichi sindacali assegnati da Badoglio e nomina nuovi commissari. Nei pressi di ponte Lungo, sulla via Appia, si incontrano Di Vittorio, Buozzi e Lizzadri per discutere se e come reagire.

23 settembre
Buozzi, Grandi, Di Vittorio, Casati, De Ruggiero, Roveda, Vanoni, Ferruzzi, Quarello, Lizzadri firmano una dichiarazione che denuncia la illegalità delle nomine fasciste e avverte i commissari appena nominati che dovranno un giorno non lontano rispondere di persona degli atti che compiranno. La dichiarazione viene pubblicata da tutti i giornali clandestini.

29 settembre
A casa di una sorella di Lizzadri, in via Padova, riunione di socialisti e comunisti. Sono presenti Di Vittorio, Roveda, Amendola, Buozzi, Nenni e Lizzadri. Si concorda il comune obiettivo del sindacato unitario e si decide di parlarne ufficialmente ai rappresentanti della Democrazia Cristiana.

30 settembre
In una casa di piazza dell'Esedra: incontro fra socialisti e democristiani. Scrive Lizzadri nel suo diario: «Buozzi parla anche a nome dei comunisti e informa Grandi delle decisioni dei due partiti operai. Grandi ci guarda mentre Bruno parla. Quando ha finito, Grandi tace per un po'. E' commosso, gli brillano negli occhi le lacrime. Poi dice sottovoce: «E' stato il sogno di tutta la mia vita». Ci stringiamo le mani».

3 ottobre
Nuova riunione. Oltre ai sindacalisti ci sono, in rappresentanza ufficiale dei partiti, Nenni per i socialisti, Gronchi per i democristiani, Amendola per i comunisti. Gronchi è favorevole a un'unica organizzazione sindacale unitaria ma non nasconde le perplessità di alcuni esponenti del suo partito.

15 ottobre
I tre partiti designano ufficialmente i propri delegati per l'azione sindacale: Grandi e Gronchi per la DC, Di Vittorio e Roveda per il PCI, Buozzi e Lizzadri per il Psi.

16 ottobre
I tedeschi imperversano a Roma. Dopo aver sottratto ai capi della comunità israelita 50 chili d'oro promettendo di non colpirne i membri circondano il quartiere ebreo e rastrellano 2.091 persone che spediscono nei campi di sterminio. Ne torneranno solo un centinaio.

4 novembre
Nuova riunione dei rappresentanti sindacali e di partito. Grandi comunica che, sostenuto da Gronchi, sta cercando di vincere alcune persistenti riserve della DC. Si butta giù un primo schema del patto sindacale. Gli incontri continueranno per tutto dicembre e gennaio malgrado le crescenti difficoltà.

18 gennaio
Riunioni democristiane per concordare la posizione del partito sulla questione dell'unità sindacale. Vi partecipano De Gasperi, Gronchi, Grandi, Vanoni, Pastore, Giannitelli, Spataro, Campilli, Ravaioli.

22 gennaio
Sbarco alleato ad Anzio. Nella notte fra il 22 e il 23 Lizzadri, sotto il nome di Longobardi, parte per il sud per partecipare al congresso del C.L.N. a Bari. Buozzi lo accompagna in automobile fino al luogo di imbarco. Ricorda Lizzadri: «Abbracciandoci, a me che gli raccomandavo di cercare di abbreviare i tempi nel redigere e approvare la dichiarazione comune di unità sindacale che si stava preparando, Buozzi disse (furono le ultime parole che io ascoltai da lui): "Ritornando a Ro-ma troverai l'unità sindacale fatta"».

3 marzo
Manifestazione davanti a una caserma di viale Giulio Cesare dove sono rinchiusi centinaia di innocenti rastrellati. Una donna, Teresa Gullace, viene assassinata mentre cerca di passare al marito, oltre i cancelli, un pezzo di pane. Nel corso della manifestazione interviene una squadra dei GAP: tre fascisti vengono giustiziati.

7 marzo
II «comitato sindacale d'azione » distribuisce clandestinamente un volantino contro la fame: «Alla cittadinanza romana affamata, depredata, oppressa, è stata ancora ridotta di 50 grammi la razione del pane. Popolo romano, difendiamo il nostro pane. Difendiamo il frutto del nostro lavoro. Difendiamo dalla fame i nostri figli. Facciamo di ogni fila, nei negozi, nei mercati, nelle strade, una manifestazione in difesa del nostro pane».

23 marzo
Attacco gappista a un reparto tedesco che passa in via Rasella. L'esplosione uccide 32 soldati e ne ferisce 38. I tedeschi circondano la zona, devastano, arrestano, uccidono sul posto chi sia in possesso di una arma. La rappresaglia è poi barbara e immediata: 335 detenuti politici sono trascinati via da Regina Coeli o dalle celle di via Tasso e trasportati in camion fino alle cave delle Ardeatine. Qui vengono spinti nelle cave e uccisi a gruppi di cinque, poi le cave vengono fatte saltare sui corpi delle vittime.

3 aprile
Don Alfonso Morosini, parroco della borgata di Santa Melania, viene fucilato dalle SS sotto l'accusa di aver dato aiuto a prigionieri alleati e patrioti italiani.

13 aprile
Viene arrestato Bruno Buozzi.

24 aprile
Uno sciopero generale di preparazione all'insurrezione, fissato per oggi, e rinviato al 3 maggio.

3 maggio
Lo sciopero generale preparato dal «comitato sindacale di agitazione» non riesce. Nella notte fra il 2 e il 3 i tedeschi hanno occupato i depositi dei tram e degli autobus e obbligato il personale che smontava a proseguire il proprio turno in sostituzione degli assenti; fallisce un atto di sabotaggio che doveva interrompere la corrente elettrica. Comunque qua e là (nella tipografia del «Messaggero», alla manifattura tabacchi e in varie officine) gli operai incrociano le braccia. Manifestazioni di donne al Trionfale — dove i tram si fermano per un'ora — e al Tiburtino dove si tiene anche un comizio. I tram sono bloccati dalla gente a Trastevere, a Testaccio, a San Lorenzo.

3 giugno
Alla vigilia della liberazione di Roma Di Vittorio per i comunisti, Gran-di per i cattolici e Canevari per i socialisti firmano la «dichiarazione sulla realizzazione dell'unita sindacale» (patto di Roma) basata sui principi di unità, democrazia interna, libertà di espressione, rispetto per le opinioni politiche, ideali e religiose, indipendenza dai partiti politici.

4 giugno
I tedeschi in fuga da Roma prelevano da via Tasso e trascinano con sé tredici prigionieri, quanti ne possono caricare su un camion. Giunti fuori città, in località La Storta, fermano il camion, fanno scendere i tredici e li assassinano a colpi di pistola alla nuca. Uno degli uccisi è Bruno Buozzi, artefice dell'unità sindacale.