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Il pilastro europeo dei diritti sociali, adottato dalla Commissione lo scorso aprile, è un passo importante. Finalmente la "questione sociale" rientra, dopo tanti anni di trionfo neoliberista, nell'agenda europea. Ma se non seguiranno fatti ulteriori e concreti – a partire dalla riforma dei Trattati – tutto ciò non basterà a salvare l'Unione. Non fa sconti Nicolas Schmit, ministro lussemburghese del Lavoro e delle Politiche sociali (ma anche coordinatore dei ministri del Lavoro dei partiti socialisti europei) nel suo intervento alla Conferenza di metà mandato della Ces in svolgimento a Roma. Incalzato dalle osservazioni e dagli interventi dei dirigenti dei principali sindacati europei, Schmit ha affrontato i temi chiave del difficile momento che stanno affrontando i sindacati, la socialdemocrazia e l'idea stessa di lavoro, con i suoi diritti e le sue garanzie che si vanno sempre più restringendo.
"Dopo 15 anni di politiche economiche devastanti – ha detto il politico socaldemocratico – le parole non bastano più. Devono essere tradotte in pratica politica conseguente. Nulla arriverà gratis, serve un forte movimento che appoggi il cambiamento e in questo il ruolo dei sindacati europei e nazionali è fondamentale".
Molto critico il giudizio sui partiti socialdemocratici europei: "Per troppo tempo siamo stati 'tentati' da idee neoliberaliste e i cittadini non lo hanno dimenticato: dobbiamo convincere la gente che samo cambiati. Per questo, insisito, è fondamentale rafforzare il dialogo con i sindacati: in molti Paesi queste organizzazioni rappresentano la base delle forze progressiste".
Tra i temi affrontati nel corso del dibattito, centrale quello del ruolo della contrattazione collettiva, sotto attacco in tutta Europa, persino in Paesi come la Svezia dove pure copre ben il 91 per cento dei lavoratori. "Una difficoltà che non sorprende – ha spiegato il ministro –. La forza dei sindacati e della contrattazione è legata alla seconda rivoluzione industriale, alle grandi imprese e ai settori pubblici. Oggi con la nuova economia è cambiato tutto, tutto è decentralizzato e milioni di persone lavorano, spesso come falsi autonomi, su piattaforme digitali. Bisogna trovare modi nuovi per coinvolgerli nel movimento sindacale e per questo anche i sindacati devono cambiare".
Intanto però, per supportare la contrattazione, Schmit si è detto d'accordo sull'opportunità di inserire nelle gare per gli appalti pubblici clausole che "favoriscano le aziende che privilegino la contrattazione collettiva e abbiano comunque al loro interno un buon dialogo sociale".
Infine, per il politico lussemburghese non si può più rimandare una riforma dei Trattati: "Di cambiamenti ne ho visti tanti – ha detto –, ma stavolta dovrà essere diverso. Nessun Trattato potrà sopravvivere se non avrà una forte componente sociale. In tutta Europa la nostra gente non accetterà nulla di diverso: i diritti sociali dovranno essere incisi nella pietra. Senza questo non sarà possibile nessun cambiamento".