La Cgil nazionale esprime forti perplessità su quanto contenuto nella Legge di stabilità riguardo la riforma delle società partecipate. “La necessaria riforma del sistema delle società partecipate dalle pubbliche amministrazioni non si fa con interventi contraddittori, inefficaci e frammentari, il cui risultato è colpire il lavoro e i servizi alle persone gestiti dagli enti locali, a partire dalle situazioni di maggiore disagio, vedi assistenza nidi e scuole dell'infanzia”. Ad affermarlo è il responsabile Settori pubblici della Cgil nazionale Michele Gentile, in merito a quanto “rischia di avvenire, anche questa volta, se il testo della Legge di stabilità su questo tema non verrà cambiato”.

Secondo il dirigente sindacale, infatti, “bisogna evitare di peggiorare una situazione già drammatica, che incide negativamente ogni giorno sui cittadini, e che tra le altre cose era già stata oggetto di un intervento legislativo con il decreto precari della pubblica amministrazione”. Per Gentile, se il testo non verrà cambiato sul punto che riguarda la riforma del sistema della società partecipate, “si otterranno tre risultati negativi: un ulteriore intervento che colpisce le risorse degli enti locali; il peggioramento di tutti quei servizi che forniscono prestazioni ai cittadini, come ad esempio l'assistenza, i nidi, le scuole dell'infanzia, le farmacie comunali e altro ancora; una violazione del sistema contrattuale di tale dimensioni che nemmeno un autorevole ministro del Lavoro del governo Berlusconi era riuscito a immaginare”. Ecco perché, conclude Gentile, “bisogna smetterla con interventi inefficaci e dannosi per quel sistema di servizi pubblici che va riformato certamente, anche per la necessaria riduzione dei costi della politica, ma che deve garantire comunque la qualità dei servizi pubblici e il lavoro”.