Sono partiti nella notte in nave, in treno, in bus, per affollare i due cortei che hanno attraversato le strade di Roma e poi riempito Piazza San Giovanni per la grande manifestazione nazionale della Cgil contro i voucher. Chiedono tutti rispetto per il lavoro, la democrazia e la Carta. Ognuno ha la sua storia, ma le parole d'ordine sono simili: no alla “truffa” dei voucher, sì a rispetto, non smobilitiamo.

“Con questa piazza, ancora una volta, la Cgil ha dimostrato la sua grande capacità di mettere al centro i temi del rispetto della democrazia e l'agenda sui temi del lavoro. A partire dal lavoro, con i contratti”, ha detto Vincenzo Colla segretario confederale del sindacato di Corso d'Italia durante il corteo di Roma. “È una piazza, quella di oggi, che deve far riflettere chi blocca un voto referendario, che è un esercizio democratico costituzionale, e poi subito dopo pensa di modificare le cose senza che non succeda niente - ha concluso -. Invece c'è un popolo che non accetta più questa lontananza, sia dall'applicazione della democrazia a tutti i livelli, sia dall'affermazione del valore del lavoro”.

“Quella di oggi è una manifestazione importante, soprattutto perché il sindacato esige rispetto verso il lavoro e verso la condizione delle persone di tutte le età” ha invece detto Carla Cantone, ex segretario generale dello Spi Cgil e oggi segretario generale della Ferpa (Federazione europea dei pensionati). "Siamo orgogliosi del lavoro che ha fatto la Cgil. La battaglia sui voucher è solo un piccolissimo tassello di quello che stiamo mettendo in campo in difesa dei diritti del lavoro". Così, dal corteo, Massimo Cogliandro, segretario generale della Fillea Piemonte. “La manifestazione di oggi conferma il fatto che governo e parlamento non hanno più il consenso della maggioranza di giovani, lavoratori, pensionati e cittadini del paese. Anche oggi ci si ripropone di proseguire la nostra battaglia per la centralità del lavoro e della persone”. Lo ha invece detto Maurizio Landini, segretario generale della Fiom Cgil durante la manifestazione.

“Oggi più del 60 per cento delle nuove assunzioni è lavoro precario, dunque non si sentiva davvero alcun bisogno della reintroduzione dei voucher, cosa che peggiorerà ulteriormente e sensibilmente la situazione”, ha detto invece Fulvio Fammoni, presidente della Fondazione Di Vittorio. "La vicenda dei voucher non si chiude qui: il nostro obiettivo è la ricostruzione di un moderno diritto del lavoro, che sia inclusivo e che parli a tutti i lavoratori. Questo è il significato della Carta dei diritti universali del lavoro” dice Franco Martini, segretario confederale Cgil 

"Mille lavoratori degli appalti della Regione Basilicata - mense ospedali, vigilanza, pulizie - devono fare i conti con capitolati di spesa sempre più bassi". È quanto denuncia poi Pasquale Paolino segretario della Filcams di Potenza. "Parliamo di uomini e donne che già vivono con 500 euro mensili. Ora qualcuno pensa di poter ridurre sotto le quattro ore la giornata ma come si fa a vivere così”.

“C’è tantissima gente in piazza: ci sono lavoratori, pensionati, moltissimi giovani, come non ne vedevo da tempo”. Questo il primo commento di Agostino Megale, segretario generale della Fisac Cgil Nazionale.

Susanna Camusso spiega le ragioni della manifestazione, durante il corteo
“Il messaggio lanciato da questa manifestazione è che la democrazia va difesa: quando si violano le regole, si creano dei precedenti che ledono il diritto dei cittadini ad applicare l’articolo 75, cioè la possibilità di giudicare le leggi che i parlamenti e i governi fanno”. Così il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, in una breve dichiarazione rilasciata a rassegna.it durante il corteo: “Noi non retrocediamo, continueremo la nostra battaglia per arrivare alla Carta universale dei diritti del lavoro, perché di precarietà questo paese muore”.

Nel corteo anche una delegazione di lavoratori della H&M che lo scorso 10 giugno ha scioperato contro l'ipotesi di chiusure di 4 negozi a Milano, Cremona e Mestre. "Ci hanno comunicato un esubero di 89 persone - spiega una delle lavoratrici, Ilaria Bettarelli - tutte assunte con contratti a tempo indeterminato. Nello stesso tempo in negozi prossimi a quelli in chiusura si procede ad ampliare persone ma solo con contratti a chiamata”.

"Difenderemo il lavoro e la nostra fabbrica come gladiatori".La foto dei lavoratori Perugina davanti al Colosseo non è solo un ricordo della giornata, ma ha un valore simbolico: "Abbiamo due vertenze aperte per le quali siamo chiamati a lottare con tutte le nostre forze - spiega Luca Turcheria, coordinatore della Rsu della fabbrica di cioccolata - da una parte contro il tentativo di Nestlè di ridimensionare Perugina tagliando 340 posti di lavoro; dall'altra contro un governo che calpesta la nostra volontà è quella di milioni di italiani reintroducendo i voucher. Noi non ci stiamo".

“Il 2016 ha visto in Toscana l’esplosione dei voucher, solo nei nostri settori sono stati oltre due milioni e mezzo” dice inoltre Cinzia Bernardini, segretaria generale della Filcams Toscana, sottolineando come “nei comparti del commercio e del turismo hanno direttamente sostituito il lavoro a termine, che è un lavoro con regole e diritti”. La loro reintroduzione, conclude, è una “mancanza di rispetto per le persone, il comportamento di governo e Parlamento è davvero inconcepibile”.

Ci sono anche loro, i ragazzi del ghetto di Rignano, nel corteo partito da Ostiense per dire no ai nuovi voucher. "Duecento di questi giovani sono usciti dallo sfruttamento grazie al progetto di Casa Sankara, in collaborazione con la Cgil", spiega Herva un loro rappresentante. "E per noi è naturale essere qui oggi - aggiunge - visto che i voucher insieme al lavoro nero sono lo strumento attraverso il quale questi lavoratori vengono sfruttati. Siamo qui per lottare per un contratto di lavoro giusto".

"Oggi ci hanno tolto il referendum, e domani?". Con questo punto interrogativo Vincenzo, della Filcams Bologna, spiega la sua presenza in piazza con la Cgil oggi. "Siamo doppiamente preoccupati - prosegue -, passano i governi ma il confronto sul lavoro non c'è mai. Ma noi questa volta il confronto sul mercato del lavoro ce l'eravamo guadagnato. Con milioni di firme per il referendum i cittadini avevano mandato un messaggio netto". "Siamo qui - gli fa eco Antonio, delegato metalmeccanico dell'Emilia Romagna- perché questo governo ha dimostrato che quando c'è da prendere in giro i cittadini, non si risparmia. Ora si sono inventati i nuovi voucher, ma il problema è sempre lo stesso: nel 2017 non puoi continuare a creare forme di lavoro legalizzato che ricordano gli anni 50 del secolo scorso, senza diritti né certezze né contributi".

Sono partiti nella notte dalla Sardegna in nave, alcuni da Cagliari e altri da Olbia. Altri gruppi ancora si sono mossi stamattina in aereo. "Siamo tanti e non potrebbe essere altrimenti visto lo schiaffo che abbiamo subito, non solo come Cgil ma come paese e come democrazia - commenta Toto Terroso, segretario della Fp di Sassari - e allora vogliamo rispondere con forza. A dicembre abbiamo salvato la Costituzione, oggi difendiamo la dignità del lavoro".

(servizi a cura di Guido Iocca, Roberto Greco, Davide Orecchio, Fabrizio Ricci, Carlo Ruggiero, Lello Saracino e Marco Togna)