Oltre il 95 per cento degli iscritti alla Cgil di Roma e Lazio si è espresso a favore della nuova Carta universale dei diritti. E si è detto favorevole anche a un referendum sull’argomento. Se ne parla oggi sulle pagine romane del Corriere della Sera, che torna sulla consultazione per un nuovo Statuto dei lavoratori che dia diritti a coloro che oggi non ne hanno. Lo spiega Claudio Di Berardino, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, dove sono circa 1 milione e 700 mila, fra precari, autonomi, dipendenti di piccole aziende.

"Abbiamo organizzato 3.625 assemblee – spiega Di Berardino – alle quali hanno partecipato oltre 140 mila persone, quasi il 50 per cento dei 335 mila iscritti a livello regionale". A suo giudizio, "la più grande consultazione nei luoghi di lavoro che si sia mai fatta" per affidare un doppio mandato al comitato direttivo nazionale: una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare sulla Carta; la predisposizione di una serie di quesiti referendari sul Jobs Act, sempre per allargare diritti e tutele.

Dibattiti e incontri durante i quali non si è discusso solo di questi due temi principali: "Nel lungo confronto e in quasi tutte le assemblee – aggiunge Claudio Di Berardino – gran parte degli interventi sono stati sulla necessità di cambiare la legge Fornero sulle pensioni. È uno dei i punti principali sui quali si dovrà intervenire, oltre la pressione fiscale che è troppo alta nella nostra regione". E così vi sarà una manifestazione nazionale a Roma il 2 aprile sulla previdenza, con un corteo da piazza dell’Esquilino fino a Santi Apostoli, proprio per per cambiare la Fornero "cominciando dall’introduzione della flessibilità e ponendo un tetto contributivo al massimo di 41 anni".

Ma per la Cgil e per Claudio Di Berardino il nodo resta la crisi del lavoro: "È necessario sviluppare politiche attive e investimenti pubblici – conclude –. Come si sta di mostrando proprio in questi giorni, i contratti a tutele crescenti finiscono con il finire degli incentivi: solo la crescita economica è la condizione per assumere. E nel Lazio la crisi è profonda, la quantità dei disoccupati continua a superare le 340 mila persone: con il Jobs Act la disoccupazione non è stata aggredita".