Manifestano pubblicamente il loro forte disagio per la situazione del sistema allevatori del Lazio. Sono le organizzazioni sindacali dei lavoratori agricoli Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil e Confederdia. “Nell’ultimo incontro tra tutte le parti nel tavolo di concertazione svoltosi presso la Regione – scrivono in una lettera che hanno inviato oggi all’assessore regionale all’Agricoltura Angela Birindelli, alle associazioni datoriali, al presidente della commissione Agricoltura – il commissario si era impegnato a risolvere nell’immediato la questione relativa allo sblocco degli 800 mila euro come anticipazione del forfait e a predisporre un piano industriale per la riorganizzazione del sistema allevatori. Purtroppo, a oggi, nulla è accaduto”.

Nel frattempo, la situazione economica è peggiorata. I lavoratori dell’Apa di Latina non percepiscono lo stipendio da ormai tre mesi, all’Aral sono stati pagati solo degli acconti e le altre Apa sono in crescente difficoltà. “Nell’immediato, l’unica fonte di entrata certa sono i soldi del forfait che dovrebbero arrivare dalla Regione, ma nonostante le nostre richieste di informazione non siamo riusciti a capire a che punto è l’iter di pagamento. Questi soldi non sono la soluzione di tutti i problemi economici, ma consentono ai lavoratori la momentanea sopravvivenza”.

Con riferimento al piano di riorganizzazione, nel tavolo di concertazione svolto in Regione era stato previsto un lavoro di coinvolgimento di tutte le parti sociali. “A oggi – proseguono le organizzazioni scriventi – ciò non è avvenuto: non siamo mai stati convocati al contrario degli altri soggetti presenti a quel tavolo. La stessa cosa è successa anche per il nuovo statuto, di cui, ci viene detto, è stata data l’omologa da parte della Regione e che avremmo avuto piacere di visionare. Per questi motivi, sollecitiamo l’assessore all’Agricoltura a convocare nel più breve tempo possibile il tavolo di concertazione regionale per conoscere ufficialmente il nuovo statuto e il piano di riorganizzazione che, lo ribadiamo fin da ora, non dovrà avere ricadute occupazionali negative. In mancanza di un sollecito riscontro, le organizzazioni sindacali e i lavoratori attiveranno le forme di protesta che riterranno più opportune nei confronti di tutti i soggetti interessati. Nel frattempo confermiamo lo stato di agitazione nelle strutture dove è stato già proclamato”.