Dopo oltre dieci anni, i lavoratori dell'Enel sono tornati a manifestare sotto la sede centrale di Roma. Lo hanno fatto oggi, venerdì 7 settembre, con un presidio di oltre 300 lavoratori, svoltosi di fronte all’ingresso della sede romana di Enel, "contro la sordità del management che si preoccupa soltanto di garantire dividendi agli azionisti a discapito del lavoro, della sicurezza degli impianti e del servizio ai cittadini", spiegano in una nota Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil. Dopo il presidio si sono aperti, nel primo pomeriggio, con l’attivo Filctem Cgil, Flaei Cisl, Uiltec Uil, i lavori per determinare le ulteriori iniziative di lotta da mettere in campo.

“Essendo l’Enel una società controllata dal ministero dell’Economia e delle Finanze, che sviluppa gran parte delle sue attività in regime di concessione governativa, dovrebbe rispondere a quanto alle necessità del Paese, non pensando esclusivamente alle rendite finanziarie, ma reinvestendo gran parte degli utili sul territorio nazionale, ove l’Enel stessa trae i suoi ricavi”, è quanto hanno scritto i quadri sindacali di Filctem Cgil, Flaei Cisl, Uiltec Uil in un ordine del giorno votato al termine dell’assemblea di oggi.

Durante l’incontro i sindacati hanno espresso la necessità di tornare ad avere relazioni industriali in linea con la storia e la tradizione di questa azienda al fine di aprire una nuova e più moderna stagione di contrattazione aziendale. È stata ribadita la necessità di nuove assunzioni - oltre alla naturale stabilizzazione contrattuale dei lavoratori precari - e l’esigenza di nuovi investimenti strutturali (impianti, linee elettriche) anche sulla manutenzione che consentiranno di svolgere le attività elettriche in sicurezza e in qualità. Ricordiamo, a questo proposito, l’incidente sul lavoro che è costato la vita ad un operaio di una ditta appaltatrice, il quale, a quanto si apprende, lavorava per conto di Enel Sole, per ribadire l’assoluta priorità della sicurezza. Infine, garantire il presidio commerciale e tecnico ai cittadini, in particolar modo il mantenimento dei punti Enel, in un periodo di liberalizzazioni come quello che stiamo vivendo, sono l’unica ancora di salvataggio per l’utenza.

Il presidio odierno è parte di una mobilitazione più ampia che attraverserà tutto il mese di settembre, con uno sciopero degli straordinari e lo spostamento dell’orario e delle ore viaggio eccedenti il normale orario di lavoro. Previste inoltre assemblee territoriali in tutta l’azienda per coinvolgere i lavoratori in vista di un possibile sciopero generale. Le segreterie di Filctem Cgil, Flaei Cisl, Uiltec Uil hanno anche chiesto al governo di essere convocate per approfondire la delicata situazione di Enel che, nonostante l’importante risultato netto (+40.7%) e ricavi di oltre 74 miliardi di euro (+5,7%), continua a ridurre l’occupazione.

"Quanto sta accadendo in Enel richiede, da parte dei lavoratori tutti, una ferma e decisa risposta - scrivono i sindacati -. Riduzione degli investimenti in Italia, particolarmente sulle reti e sugli impianti di produzione; costante riduzione di personale, mancate nuove assunzioni che stanno facendo collassare diverse aree operative; aumento degli infortuni; chiusura di tutti i Punti Enel; mancata volontà di aprire una nuova e più moderna stagione di contrattazione di secondo livello; la mancata stabilizzazione dei lavoratori in somministrazione".

"Pensiamo – continua la nota dei sindacati - che proseguire sulla strada delle esternalizzazioni massicce di attività e fare ingenti investimenti all'estero, impoverendo quelli italiani, sia una strada del tutto sbagliata. Il mondo della politica deve essere molto più attento e pronto ad imporre una decisa correzione di rotta alle scelte industriali di Enel".

Aggiornato alle 18.28