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Sciopero del comparto agricolo lunedì 18 aprile a Latina, con un presidio in piazza delle Libertà dalle ore 9, “per chiedere il rispetto dei contratti e delle tabelle salariali”. Ne dà notizia la Flai Cgil. Nella provincia pontina è altissimo il numero di lavoratori indiani impiegati in agricoltura, nell’allevamento e nel caseario, occupati nel settore insieme a colleghi italiani e di altre etnie, ma altissimi sono anche i numeri dello sfruttamento e troppi i diritti negati.
“Saremo in piazza con i tanti lavoratori della comunità indiana, di altre comunità straniere e di tutti lavoratori della provincia che hanno preso pienamente consapevolezza di voler rivendicare rispetto dei diritti e dei salari”. A dichiararlo è Giuseppe Cappucci, segretario generale Flai di Roma e del Lazio.
“È ora che le istituzioni e le associazioni datoriali agricole contribuiscano fattivamente a fare in modo che vengano rispettate le regole del mercato del lavoro riconoscendo a questi lavoratori e lavoratrici l’applicazione delle tabelle contrattuali e vengano meno gli episodi di sfruttamento. Chiediamo, unitamente alla Cgil di Latina e Frosinone, la convocazione della task force costituita presso la Prefettura di Latina affinché le istituzioni e la Direzione territoriale del lavoro intensifichino gli sforzi nel controllare le aziende che non rispettano leggi e contratti”.
Inoltre, “è necessario aggredire in modo deciso e su più fronti la piaga dello sfruttamento, del caporalato, della negazione della dignità di uomini e donne che si trovano a lavorare, in alcuni casi in condizioni para-schiavistiche. Per questo chiediamo che la Regione Lazio rompa gli indugi e approvi nel più breve tempo possibile la legge di contrasto al lavoro nero e caporalato. L’illegalità e le mafie nel mondo del lavoro – conclude Cappucci – si combattono anche con atti concreti e non solo con vernissage fini a se stessi. Il 18 aprile dalla piazza di Latina chiederemo a Zingaretti di dare un segnale di discontinuità in tal senso, perché il fenomeno non riguarda, purtroppo, solo il territorio di Latina”.