Si è aperto oggi (21 novembre) il VI Congresso della Cgil di Roma e del Lazio. Sono state 3.302 le assemblee svolte, quasi 150.000 i lavoratori che hanno votato. Il 98,79 si è espresso a favore del documento “Il lavoro è”, prima firmataria Susanna Camusso, l’1,21 per cento ha invece preferito la mozione “Riconquistiamo tutto”, prima firmataria Eliana Como.

“Si è trattato di una grande prova di democrazia”. Così, nella sua relazione introduttiva, il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio Michele Azzola, rivolgendo un saluto particolare a tutti i lavoratori incontrati nell’ultimo periodo, in particolare a quelli dei settori che hanno risentito maggiormente della crisi economica, delle scelte politiche sbagliate, e che vivono situazioni di particolare disagio: dai dipendenti delle aziende partecipate del Comune di Roma (Ama, Atac, Farmacap, Risorse per Roma e Roma Metropolitane) ai lavoratori di Alitalia, a quelli che operano negli appalti della sanità, a quelli delle pulizie nelle scuole statali di Frosinone e Latina, a quelli della cosiddetta gig economy, dell’edilizia, delle telecomunicazioni, dell’agricoltura, della logistica, del terzo settore e dell’accoglienza, senza trascurare i tanti precari della scuola, della ricerca, dell’università. “Credo che dal nostro congresso – ha rilevato – debba arrivare a questi lavoratori un messaggio forte e chiaro: la Cgil c’è e ci sarà sino a quando esisteranno ingiustizie. Siamo qui per trovare le risposte migliori ai problemi che ci ponete”.

Molte le criticità passate in rassegna dal leader della Cgil regionale, che ha sottolineato come dall’agenda politica, sia a livello nazionale che regionale, siano scomparse le priorità delle persone: lavoro, casa, scuola, sanità, trasporto pubblico. Il governo giallo-verde mostra di non essere all’altezza del proprio ruolo su molteplici fronti, sordo alla richiesta di diritti sociali avanzata dai cittadini, intollerante e insofferente verso i migranti “individuati da subito come i colpevoli delle difficili condizioni sopportate dalle classi più povere del paese”, incapace di occuparsi “delle vere emergenze sociali in atto, quali il femminicidio o le morti sul lavoro, in continuo aumento negli ultimi anni”.

In questo scenario, secondo Azzola, la Cgil può assumere un ruolo chiave: “Ricreare un’opposizione sociale intorno ai temi dei diritti e delle libertà, strettamente collegati alle previsioni della nostra Carta costituzionale e alla piena applicazione degli articoli che garantiscono i diritti sociali delle persone, connotati dai valori tradizionali che hanno contraddistinto l’attività della sinistra”.

E ancora: “Dobbiamo stringere i rapporti con Cisl e Uil per andare a costruire vere e proprie vertenze nazionali con pochi, chiari, obiettivi: la riforma fiscale, rimettendo al centro della discussione politica il contrasto all’evasione e una fiscalità in grado di ridistribuire in maniera più equa la ricchezza prodotta; un piano straordinario per l’occupazione, che guardi con attenzione al fenomeno dell’innovazione tecnologica o all’industria 4.0, e una legislazione di sostegno alla contrattazione”.

L’esortazione all’unità sindacale (“Divisi conteremo sempre di meno, divisi siamo destinati a perdere”) e a un impegno comune che coinvolga anche le parti datoriali è un punto nodale della relazione: “L’obiettivo – ha chiarito Azzola – deve essere quello di trasformare i lavoratori in un vero e proprio valore aggiunto per l’attività dell’impresa, consapevoli che solo una squadra coesa e che lavora per lo stesso risultato potrà vincere le sfide dei mercati globali”.

Al presidente della Regione Zingaretti e alla sua giunta, l’invito a “declinare quella necessità di cambiamento che spesso sentiamo citare negli interventi”. “La Regione Lazio   – ha precisato – deve farsi capofila di una vera e propria trasformazione del modello di sviluppo economico, a partire dalla promozione di società multi-utility in grado di gestire la chiusura del ciclo dei rifiuti e gli investimenti necessari a realizzare gli impianti che garantirebbero la redditività nella gestione degli stessi. Analogamente deve essere capofila nella promozione di una società di gestione dell’intero trasporto pubblico regionale in modo da integrare trasporto ferroviario regionale, ferrovie concesse, trasporto extraurbano e trasporto pubblico locale”.

Azzola ha poi chiaramente evidenziato quanto i rapporti con il Campidoglio siano, rispetto a quelli con la Regione Lazio, assai più complicati e compromessi: “È evidente che se l’amministrazione comunale non saprà riattivare un confronto trasparente che porti alla luce le varie posizioni presenti nella maggioranza e nella giunta, quelle che paralizzano l’attività di governo, la risposta non potrà che essere una mobilitazione generale che dovrà unire gli interessi dei lavoratori, degli studenti, delle forze imprenditoriali, delle associazioni di scopo, dei pensionati”.

“Nella locandina del congresso abbiamo riportato due citazioni, una di Giuseppe Di Vittorio e una di Bruno Trentin – ha detto in conclusione Azzola –. Entrambe parlano dell’attività in Cgil, che non è un lavoro ma una ragione di vita per una causa giusta. Ecco: io la vivo esattamente cosi. E quando un lavoratore mi ringrazia e torno a casa e parlo con mia moglie e i miei figli ho la consapevolezza di aver svolto il mio dovere e che quella persona, quella stessa sera, sarà andata a casa a tranquillizzare la sua di famiglia. E così quei sacrifici che impongo alla mia famiglia assumono un senso e una ragione”.