La crisi colpisce anche, e molto, al Centro. A ragionare sulla complessa situazione in cui si trova questa parte così importante del Paese è Sandro Del Fattore, che ha appena aggiunto, alla carica di segretario generale della Cgil del Molise, la “guida” del sindacato di corso d’Italia in Abruzzo. “Queste due regioni hanno conosciuto negli anni passati fasi di crescita e di sviluppo diversi da quelli di altre realtà del Mezzogiorno. Ma la crisi, l'assenza di politiche nazionali di crescita e di sviluppo – ha detto il sindacalista a RadioArticolo1, nel corso della trasmissione ‘Italia Parla’ (qui il podcast) – rischiano oggi di riportarle a una condizione di crisi e a nuove difficoltà”.

D’altra parte i dati disponibili sono tutti negativi. Nella provincia di Pescara, in tutti i settori, le difficoltà sono diventate durissime: “Il numero delle persone coinvolte dagli ammortizzatori sociali, è cresciuta tantissimo – ha spiegato Del Fattore –. Nella provincia dell'Aquila vi è stata una perdita secca di 17.000 posti di lavoro con una riduzione dell’occupazione di circa il 15 per cento, e questo nonostante il ricorso consistente all'utilizzo degli ammortizzatori sociali. Anche a Chieti la situazione non è migliore: il tessuto produttivo, legato in maniera predominante all'industria manifatturiera, si è progressivamente depauperato. In  alcune zone, addirittura, è cambiata la vocazione economica, da industriale a commerciale”. Dati impietosi arrivano anche dalla provincia di Teramo dove, con una forte presenza di piccole e medio-piccole aziende, “il tasso di disoccupazione è passato dall'8,7% del 2013 al 11% del 2014, con una crescita allarmante della disoccupazione giovanile”. 

Una geografia impietosa, insomma, che rappresenta una sfida per sindacati e istituzioni. “In Abruzzo – ha ragionato il sindacalista – la Cgil ha avviato da tempo un confronto con le istituzioni locali, in particolare con la Regione. I temi del confronto sono su diversi terreni: in primo luogo cercare di fermare la crisi industriale; poi provare a prospettare una nuova qualità dello sviluppo, concentrandosi su nuove politiche industriali che abbiano al centro il tema del rapporto tra ricerca e innovazione. Infine, c’è la questione del risanamento delle aree interne”. L'Abruzzo, come anche il Molise, “sta vivendo uno spopolamento di interi centri abitati”.

Nello specifico dell’azione sindacale, per il neosegretario della Cgil abruzzese “bisogna essere maggiormente presenti sul territorio e nei posti di lavoro. Va anche ridato seguito alla battaglia del sindacato sul tema del lavoro e su quello dei diritti che sono stati fortemente mortificati dalla recente legislazione, in particolare con il Jobs Act. Credo che la scelta che è stata compiuta nell'avviare il percorso anche di accorpamento tra le due strutture, Abruzzo e Molise, vada proprio in questa direzione, come stabilito nella Conferenza di organizzazione: percorsi che diano maggiore forza e qualità all'azione rivendicativa, alla capacità di contrattare e di essere presenti sul territorio”. 

Più risorse sul territorio, dunque, e d’altro canto Abruzzo e Molise hanno diversi problemi in comune. “A partire – ha detto a RadioArticolo1 – dal grande tema delle infrastrutture, oggi molto ‘deboli’, ma che rappresentano condizione irrinunciabile per una qualità nuova dello sviluppo. Anche il dissesto idrogeologico rappresenta purtroppo un aspetto comune alle due regioni e sul quale è prioritario intervenire”.

Quando si pensa al territorio, non si può tralasciare il fatto che i quesiti referendari contro le trivellazioni, promossi anche dalle assemblee regionali di Abruzzo e Molise, hanno superato indenni l'esame di regolarità della Corte di Cassazione. Ora si aspetta a febbraio l’esame di legittimità. Per Del Fattore, “tutela e valorizzazione dell'ambiente rappresentano una grandissima opportunità per uno sviluppo di qualità: risanamento del territorio, dei centri urbani e parchi regionali non solo sono importanti per la tutela, ma migliorano la qualità della vita e, al tempo stesso, offrono nuove e grandi opportunità di lavoro e occupazione”. 

Infine, un pensiero al terribile terremoto che ha devastato L’Aquila: dopo sei anni, tra inchieste, tangenti accertate e arresti, Libera ha denunciato un sistema di legalità sospesa. “La Cgil abruzzese e la camera del lavoro dell’Aquila – ha raccontato Del Fattore – sono riuscite a strappare risultati importanti come, ad esempio, il finanziamento dei contratti di sviluppo, utilizzando, come previsto dal decreto Barca, il 5% dei fondi complessivi della ricostruzione proprio per il sostegno delle attività economiche per tentare di costruire nuove opportunità di sviluppo e di lavoro”.

Naturalmente, ha concluso il dirigente Cgil, “non vanno dimenticate le numerose iniziative della Camera del lavoro tese a denunciare i fenomeni di illegalità, fino, ed è storia proprio di questi giorni, alla scelta di presentarsi come parte civile nei processi già avviati. Insomma, la presenza della Cgil è stata forte e determinante. E continuerà a esserlo nella battaglia per la legalità e per nuove opportunità di sviluppo e di lavoro”.