Tempi sempre più stretti per il Jobs act che approda in aula al Senato in un crescendo di polemiche, sia tra il governo e i sindacati, sia all'interno del Pd. I nodi da sciogliere sono diversi e riguardano non solo l'art.18, ma anche altri punti fondamentali: in primis la genericità della delega richiesta dal governo; poi la quantità di contratti esistenti da sfoltire, l'allargamento degli ammortizzatori sociali e la voce 'demansionamento' che qualcuno definisce "un vero e proprio buco nero" in cui non si sa cosa si possa trovare. Ed è su questi argomenti che si concentra la discussione per trovare punti di incontro.

Le scadenze sono incalzanti: martedì si terrà l'assemblea dei senatori del Pd alla quale parteciperà il ministro del lavoro Giuliamo Poletti; mercoledì il provvedimento arriva in aula al Senato, ma i giorni successivi saranno di dibattito e non è detto che si risolva subito qualcosa. L'appuntamento importante è quello della segreteria del Pd il 29 settembre.

Il governo punta a incassare il primo via libera dal Parlamento entro l'8 ottobre, data del vertice europeo sull'occupazione convocato da Renzi a Roma. I temi chiave in queste ore sono tre: allargamento dell'Aspi anche ai lavoratori ora non tutelati; incentivi fiscali alle aziende che abbiano intenzione di assumere a tempo indeterminato; indennizzi al posto del reintegro in caso di licenziamento per motivi economici.