La Cgil dice no all’abolizione del “cartellino” nei cantieri. La misura, contenuta nei decreti attuativi del Jobs Act approvati dal Consiglio dei ministri dell’11 giugno scorso, prevede l’eliminazione dell’obbligo, nell’ambito dei cantieri edili, di munire il personale occupato di un’apposita tessera di riconoscimento (con fotografia, generalità del lavoratore e indicazione del datore di lavoro), il cosiddetto “cartellino”. Il provvedimento, per ora approvato solo in via preliminare, suscita la netta opposizione della confederazione e della categoria degli edili.

“Una misura devastante” commenta Gianni Sannino, segretario generale della Fillea Cgil Campania
, in una conversazione con RadioArticolo1: “Se davvero venisse approvato si lancerebbe un messaggio terribile dal punto di vista dell’attenzione rispetto alla tutela di salute e sicurezza e al contrasto delle irregolarità, in particolare il lavoro neo e grigio, che sono purtroppo molto diffusi in edilizia”. Il cartellino, continua, “lo abbiamo non solo conquistato, ma anche diffuso nei protocolli che abbiamo siglato con le varie amministrazioni territoriali. A Napoli, ad esempio, firmammo in Prefettura un’intesa con la Provincia dove lo rendevamo obbligatorio in tutti i cantieri anche al di sotto dei dieci dipendenti. Ponemmo quindi un elemento di deterrenza e di attenzione forte, dicendo in sostanza che i cantieri non potevano più essere terra di nessuno”.

Ma l’eliminazione del cartellino, spiega Sannino, è “devastante anche rispetto al grande lavoro fatto in tutti questi anni per la sicurezza e la regolarità dei cantieri”. Un lavoro che ha prodotto, ad esempio, l’introduzione del Documento unico di regolarità contributiva (Durc), che va però ora nuovamente registrato. “Con il Durc abbiamo avuto una stagione di vero contrasto alle irregolarità, poi ci siamo accorti che le aziende avevano trovato il modo di aggirarlo, denunciando un numero minore di lavoratori di quelli effettivamente presenti nel cantiere” illustra il segretario generale della Fillea campana: “Occorre legare il Durc alla congruità, cioè alla certificazione del rapporto tra l’importo dell’appalto e il numero dei lavoratori da impegnare. Ecco, il cartellino rappresenta uno dei tasselli di quel sistema di tutele che stiamo da anni cercando di costruire”.

Gianni Sannino, infine, ricorda Salvatore Renna, l’operaio quarantenne morto il 20 settembre scorso mentre lavorava alla realizzazione della linea 1 della metropolitana di Napoli. “Era un lavoratore in nero, entrava e usciva dal cantiere senza alcuna vigilanza perché non aveva il cartellino. Questo ha determinato una situazione di non controllo delle presenze in quel cantiere” conclude il segretario generale della Fillea Campania: “È evidente che il cartellino non è la soluzione di tutti i mali in edilizia, ma è uno degli strumenti migliori per la tutela di salute e sicurezza. Noi siamo forti se abbiamo la possibilità di imporre misure alle aziende avendo alle spalle solidi riferimenti legislativi, se questi mancano i cantieri faranno un salto all’indietro, ripiombando nelle vecchie pratiche”.