Il futuro della Italcementi, acquisita nel luglio scorso dalla tedesca Heidelberg Cement, è davvero appeso a un filo. La nuova proprietà ha presentato un piano industriale che prevede, a regime, 415 esuberi nella sede centrale di Bergamo e altri 250 circa nei siti produttivi che potrebbero essere licenziati nel settembre 2017. Un piano inaccettabile per i sindacati, che dall’annuncio del piano hanno avviato una forte mobilitazione. Che oggi (venerdì 29 aprile) vede un ulteriore passaggio: sciopero generale di otto ore dei 2.500 dipendenti del gruppo, presidi in tutti gli stabilimenti (otto centri di macinazione, sei cementerie e un impianto per prodotti speciali) e manifestazione nazionale a Bergamo.

La partenza del corteo nella città lombarda è prevista per le ore 10.30. Il concentramento è in via Madonna della Neve: la manifestazione, dopo aver attraversato il centro cittadino, si concluderà davanti alla sede di Italcementi (in via Camozzi). Gli interventi dal palco sono affidati  a Giuseppe Mancin (segretario generale Feneal Uil Bergamo), Ferdinando Piccinini (segretario generale Cisl Bergamo) e al segretario generale della Fillea Cgil nazionale Walter Schiavella. Prevista anche la partecipazione del presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, del presidente della Provincia Matteo Rossi e del sindaco di Bergamo Giorgio Gori.

Nell’incontro dello scorso 20 aprile tra governo e sindacati (incontro che la proprietà tedesca ha disertato, suscitando il forte disappunto degli altri due attori della vertenza), Filca Cisl, Feneal Uil e Fillea Cgil hanno presentato al viceministro dello Sviluppo economico Teresa Bellanova un ventaglio di proposte da avanzare a Heidelberg Cement. Istituire in tempi brevi, anzitutto, un tavolo di confronto coordinato dal ministero (con la presenza delle proprietà vecchia e nuova, delle segreterie nazionali dei sindacati di categoria e del ministero del Lavoro) per rivedere il piano industriale presentato; mantenere a Bergamo il Centro tecnico di assistenza, in modo da ridurre sensibilmente il numero degli esuberi.

I sindacati, inoltre, chiedono alla nuova proprietà di potenziare il Centro di ricerca di Bergamo – scelta già parzialmente accolta da Heidelberg Cement – quale centro mondiale di ricerca sul prodotto, sempre allo scopo di azzerare gli esuberi (in questo contesto si stanno creando le sinergie con la Regione Lombardia e le facoltà tecniche delle università di Bergamo e Milano), e di confermare il mantenimento degli asset dei siti produttivi e dei livelli occupazionali previsti almeno fino alla fine del periodo di transizione da loro indicato, che terminerebbe nel 2020. Filca Cisl, Feneal Uil e Fillea Cgil, infine, chiedono di prevedere ulteriori ammortizzatori sociali per tutto il gruppo, al fine di governare i processi di ricollocazione attraverso politiche attive (formazione, riqualificazione, outplacement), anche con il coinvolgimento delle istituzioni locali; di conseguenza, Heidelberg Cement dovrà riconfermare gli accordi sottoscritti con Itc relativi ai piani sociali a integrazione degli ammortizzatori sociali.