Porto di Ravenna, cantieri navali Mecnavi, 13 marzo del 1987. Mentre alcuni operai stanno ripulendo le stive della Elisabetta Montanari, nave adibita al trasporto di gpl, e altri colleghi tagliano e saldano lamiere con la canna ossidrica, una scintilla provoca un incendio: Le fiamme si propagano con una rapidità inarrestabile. È la tragedia. Tredici uomini muoiono asfissiati a causa delle esalazioni di acido cianidrico.

È il più grave incidente sul lavoro accaduto in Italia, una tragedia che rivelò a un’opinione pubblica che neppure lo sospettava le incredibili condizioni di lavoro in una delle zone più civili e politicamente avanzate del paese, determinate dall’affermarsi, fino a quel momento quasi sotterraneo, di una competitività che metteva in secondo piano il valore della vita delle persone rispetto alla necessità di mantenere i margini di profitto, in un settore che già allora cominciava ad avvertire i primi colpi della concorrenza internazionale.

Un quarto di secolo dopo, Angelo Ferracuti, uno degli scrittori italiani eticamente più attenti alle zone oscure della nostra società e alla devastazione del lavoro che essa ha provocato e tollerato nei nostri anni, torna a Ravenna per capire come fu possibile e che cosa è successo da allora nelle persone che rimasero coinvolte, nell’organizzazione e nella sicurezza del lavoro, nelle priorità delle scelte economiche, nella civiltà dei rapporti sociali.

Del libro discutono a Frosinone, con l’Autore e seguendo gli interrogativi che egli propone nel suo reportage “narrativo”, il critico letterario Raffaele MANICA, il giornalista Tarcisio TARQUINI e il presidente del Comitato tecnico sicurezza sul lavoro di Unindustria Marco MICHELI: coordinati e sollecitati da Carlo RUGGIERO, giornalista rassegna.it, specializzato in tematiche del lavoro, ciascuno di loro partendo dal suo punto di vista affronterà la molteplicità dei significati e dei piano di lettura del testo di Ferracuti che i recensori dei maggiori giornali italiani hanno salutato come “un evento”

“Abbiamo promosso questo incontro – spiega Silvio CAMPOLI, segretario generale della FILCTEM di Frosinone che ha organizzato l’incontro – perché il sindacato deve guardare la realtà, anche attraverso gli strumenti che la letteratura offre, per arrivare a cogliere aspetti e questioni della nostra vita civile e sociale e del lavoro spesso oscurati dalla frettolosità o, come nel caso della tragedia di Ravenna, dalla rimozione. Intendiamo chiederci: da allora cosa è cambiato nelle condizioni di lavoro dei cantieri navali, dell’edilizia, delle fabbriche? Le leggi che sono state approvate in questi venticinque anni, come hanno modificato la situazione? Incidenti come quello della Mecnavi, causato dalla corsa al profitto, dalla precarietà dei contratti, dalla tolleranza dei molti che hanno fermato il proprio sguardo sulla soglia dei luoghi di lavoro, possono ripetersi anche oggi? Con l’aiuto dei relatori, cercheremo di rispondere a qualcuna di queste domande”.