"Il medico pietoso fa la piaga verminosa”, con questo proverbio il segretario della Cgil Taranto, Paolo Peluso, commenta le dichiarazioni del ministro Di Maio sull'Ilva. “Il male si aggrava in maniera irrimediabile quando non si trova il coraggio di adottare i provvedimenti e quando soprattutto si abdica alle propria funzione di governo e politica strategica per dire sempre e comunque, che è colpa di altri", dice Peluso

Su Ilva, per la Cgil è invece tempo di “decisioni ferme e realizzabili, sia che la si voglia cancellare come sito produttivo sia la si voglia rendere moderna e competitiva anche sul fronte occupazionale e ambientale". Ora "si passi alle decisioni com'è nelle prerogative di chi ha l'onere e l'onore di governare un Paese. Chi governa deve assumere decisioni e questo continuo rimando di responsabilità ad altri, consegna ai tarantini l'ennesima grottesca visione sul proprio futuro", chiede il sindacalista.

È quindi necessario conoscere "i particolari del parere espresso dall'organo legale dello Stato, dopodiché si proceda celermente all'individuazione di una soluzione certa dell'eterna vertenza". "Il Ministro potrà raccontarci quello che vuole, e anche sfuggendo alla responsabilità della sua funzione di Governo, in realtà non potrà sfuggire al giudizio di una comunità - conclude- che si attende parole chiare e finalmente un atto politico deciso".

Il tavolo sindacale sull'Ilva “in mia presenza deve andare avanti", ha detto Di Maio, intervistato ad Agorà Estate. "Se i sindacati non ci vanno, è una responsabilità che si assumono i sindacati", ha osservato, assicurando poi che il parere dell'Avvocatura dello Stato sull'Ilva "lo vedranno tutti dal 7 settembre in poi, data in cui finisce la procedura interna al ministero. Se lo pubblico vizio tutta la procedura, magari compiendo un'altra irregolarità".