Sabato 15 novembre è la giornata di mobilitazione nazionale dei patronati, proclamata dal Ce.Pa. (il coordinamento che raggruppa i principali patronati Acli, Inas, Inca e Ital) con iniziative unitarie in tutte le province italiane e con manifestazioni regionali. In occasione della protesta, pubblichiamo un intervento del presidente dell'Inca Cgil, Morena Piccinini.

Al di là dell'impatto economico, c'è una ragione di fondo che rende ancor più odiosa la norma contro i patronati: il fatto che si voglia mettere in ginocchio un servizio di pubblica utilità per tutti i cittadini, che è stato riconosciuto giuridicamente tale sin dalla nascita della Repubblica italiana con una legge del 1948, cioè dopo soli tre anni di attività dalla sua istituzione per iniziativa della Confederazione generale del lavoro (1945). In questi 70 anni di storia trascorsa, abbiamo accompagnato intere generazioni di cittadini italiani e di immigrati, in Italia e all’estero, nell’esercizio dei loro diritti sociali e di cittadinanza e nella conquista di nuove opportunità e di tutele.

Con il nostro impegno quotidiano abbiamo contribuito alla ricostruzione dell'Italia e alla sua evoluzione democratica aiutando un percorso che, insieme alle istituzioni, ha permesso al nostro paese di dotarsi di una legislazione, in materia pensionistica, nonché infortunistica e di supporto alla disoccupazione tendente all’universalità dei diritti e alla solidarietà . Ancor oggi, stiamo permettendo a milioni di cittadini l’accesso a Enti previdenziali che, con la telematizzazione spinta, hanno reso più difficile il riconoscimento delle prestazioni previdenziali e assistenziali. Inoltre, con il nostro lavoro costante stiamo contrastando le interpretazioni più restrittive di norme che già di per sé non agevolano l’esercizio del diritto da parte dei cittadini, affrontando insieme a loro le difficoltà derivanti dall’attuale crisi economica e occupazionale. 

La legge di Stabilità 2015 vuole mettere una pietra tombale su questo tipo di tutela, che rischia di farci tornare indietro, favorendo un modello di welfare individualistico e residuale, nel quale ciascuno sarà lasciato da solo ad affrontare la condizione di precarietà che, a causa della crisi, sta investendo milioni di  persone.

Di fronte a una politica che considera la tutela gratuita garantita dai patronati a tutti i cittadini come una profonda anomalia; una cosa superata, di altri tempi, che non possiamo più permetterci, noi, l’Inca e la Cgil, diciamo che questa “anomalia” è la nostra forza e quella dei cittadini. E con tutta la forza che abbiamo, vogliamo difenderla come valore fondante di una società, che non può trasformare tutto in mercato a pagamento.

Ringraziamo tutti coloro che stanno firmando la petizione unitaria “No ai tagli ai Patronati”;  che sono con noi ai presidi davanti all’Inps, all’Inail e alle prefetture; che con il loro affetto e la loro volontà vogliono difendere il Patronato e tutte le persone che giorno per giorno rispondono con dedizione e impegno alle tante richieste di tutela. Sono loro il nostro patrimonio umano che ha capito che non siamo noi la casta da combattere.

*presidente dell'Inca Cgil