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Una "frode alla Costituzione", un "furto di democrazia”. Non usa mezzi termini Mauro Volpi, costituzionalista e professore ordinario di Diritto all’Università degli studi di Perugia, per definire l’operazione “nuovi voucher” messa in atto attraverso la presentazione di un emendamento alla manovra sulla contabilità del governo, che reintroduce, seppure con altro nome, lo strumento dei buoni lavoro, non solo per le famiglie, ma anche per le piccole imprese.
Rassegna Professore, perché parla di frode alla Costituzione?
Volpi Perché siamo di fronte a un’azione senza precedenti. Appena un mese fa era stato fatto un decreto legge che abrogava totalmente i voucher. Si è aspettato che passasse la data prevista per il referendum e subito dopo si è reintrodotta una forma di buono lavoro che, al di là di come la si voglia chiamare, non è nella sostanza diversa dalla precedente.
Rassegna Secondo lei si è quindi limitato il diritto democratico al voto?
Volpi Certo, siamo di fronte a un imbroglio, un furto di democrazia, perché in questo modo viene travolto il diritto di un milione e 300 mila cittadini che avevano firmato per votare in quel referendum. E tutto questo è avvenuto senza che vi sia stato alcun confronto con le parti sociali.
Rassegna Ma al di là del giudizio politico, secondo lei ci sono margini per un ricorso contro l’operazione?
Volpi Certamente. Ripeto, siamo di fronte a un fatto gravissimo e ha fatto bene il vertice della Cgil ad annunciare un ricorso alla Corte Costituzionale.