Lunedì 16 gennaio è sciopero generale di 8 ore in tutto il settore elettrico (oltre 60.000 gli addetti) per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro 2016-2018, ormai scaduto da oltre un anno (31 dicembre 2015). Per tutti i lavoratori delle centrali di produzione lo sciopero si articolerà dal 16 al 27 gennaio, secondo un calendario predisposto dai sindacati, nel rispetto delle leggi vigenti e degli accordi sulla regolamentazione del diritto di sciopero nel settore elettrico.

"Comunicheremo alle aziende elettriche – scrivono in una nota Filctem-Cgil, Flaei-Cisl, Uiltec-Uil che hanno proclamato l'astensione dal lavoro – che le trattenute in busta paga dei lavoratori reperibili, che comunque parteciperanno allo sciopero, andranno a beneficio delle popolazioni colpite dal terremoto".

"In questi lunghi mesi di trattative – dicono i sindacati – abbiamo assistito sovente ad atteggiamenti di chiusura delle controparti, con la pretesa di imporre cambiamenti normativi per noi inaccettabili. Ci siamo ritrovati – proseguono - proposizioni aziendali di flessibilità gestionali, di efficentamento di costi, di superamento di spazi di contrattazione e di confronto con l'obiettivo di ridurre la funzione ed il ruolo negoziale del sindacato su importanti istituti come reperibilità, orario di lavoro, turni, trasferimenti, provvedimenti disciplinari, ecc. A nulla sono valsi i nostri tentativi di far retrocedere le aziende dalle loro rigidità".

"Peraltro – ricordano le tre sigle sindacali - in questi anni di forte crisi, siamo stati un elemento impegnato e responsabile che ha accompagnato i pesanti processi di efficientamento e di riorganizzazione nell'interesse dei lavoratori e delle stesse aziende, in presenza di situazioni difficili da sostenere (chiusura di centrali elettriche, esuberi di personale, avanzamenti tecnologici, calo dei consumi)".

Infine una stoccata diretta alle imprese. “Non è possibile assistere al ritorno di importanti margini economici per le imprese del settore e di lauti dividendi per gli azionisti, senza che questo non produca effetti positivi anche ai lavoratori che rappresentano il capitale umano altrettanto importante per tutte le imprese”. “Chiediamo alle contropari – fanno appello i sindacati – di ritrovare quella razionalità necessaria per costruire un contratto possibile, non il loro personale libro dei sogni”