Il ddl concorrenza è attualmente all’esame del Senato. "Tra le diverse norme in esso contenute vi è l’abolizione del servizio di maggior tutela per l’offerta di energia elettrica, che oggi garantisce a 20 milioni di consumatori domestici e a 4 milioni di pmi, la fornitura di energia a prezzi inferiori a quelli del mercato libero, come rilevato dalla stessa autorità di settore. Il rischio cui si va incontro è quello di vedersi aumentare, per milioni di persone a basso reddito, il costo dell’energia elettrica, senza che ne possano derivare vantaggi per questa tipologia più fragile di utenti". Inizia così la lettera ai senatori di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil firmata dai segretari generali Emilio Miceli, Carlo De Masi, Paolo Pirani.

Si tratta di milioni di consumatori, spiegano i sindacati, "i quali, vale la pena di ricordarlo, sebbene siano decorsi 10 anni dalla completa liberalizzazione del mercato, hanno volontariamente scelto di rimanere al mercato tutelato, evidentemente non soddisfatti da offerte incomprensibili e a prezzi più alti. Qualora il ddl fosse approvato senza le opportune modifiche, milioni di consumatori si vedrebbero obbligati ad utilizzare energia elettrica fornita da operatori che, sino ad oggi, non hanno saputo presentare loro offerte vantaggiose. Coloro i quali non avranno scelto di aderire al libero mercato entro il 1° luglio 2018, si troveranno “affidati”, per quanto a nostra conoscenza, ad un servizio di salvaguardia (tutela simile) gestito dagli operatori che si saranno aggiudicati il servizio tramite gara, programmata dall'Aeegsi". Potrebbero essere quindi adottate politiche di prezzo più alte di quelle attuali.

È vero che i singoli clienti potranno successivamente modificare questa situazione, rivolgendosi ad altri operatori del mercato libero ma, osservano, "senza tuttavia alcun potere negoziale, singolarmente, con conseguenze facili da prevedere. Si tratta, con tutta evidenza, di una problematica sociale di grandissimo rilievo, come la fornitura di energia elettrica, destinata ad avere un impatto assai significativo sulla vita delle famiglie e delle piccole Imprese, se non adeguatamente gestita e accompagnata, dalle scelte oculate della politica, del governo e delle autorità. Il rischio evidente è quello di dar vita ad un proliferare di operatori privati, interessati solo agli aspetti finanziari con aumento dei prezzi, diffusione di truffe a danno delle fasce deboli della popolazione e un serrato dumping sociale, senza più la presenza dell’acquirente unico come organismo di garanzia".

Interventi legislativi non adeguatamente calibrati, aggiungono la organizzazioni, "sono certamente destinati a produrre una ulteriore riduzione dell’occupazione nel settore elettrico. Le chiediamo, pertanto, di intervenire per orientare al meglio scelte socio industriali destinate a produrre effetti di lungo periodo su decine di milioni di cittadini italiani e sull’occupazione. Confidiamo nella sua riconosciuta sensibilità affinché la consapevolezza di tutti suoi Colleghi Senatori produca le modifiche necessarie al provvedimento, coniugando gli interessi della collettività con lo sviluppo e la modernizzazione del mercato elettrico italiano".